della Guardia di Finanza denominata SCORPION FISH, che ha scoperto l'esistenza di una presunta organizzazione italo-tunisina dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e al contrabbando di sigarette. Tra le persone finite sotto indagine ci sono anche due menfitani: Felice Montalbano, di 59 anni, e Pietro Bono, di 64. Il primo è rinchiuso in una cella del carcere di Sciacca, il secondo è tuttora agli arresti domiciliari. Pesanti le accuse: associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nell'interrogatorio di garanzia, effettuato dopo l'arresto, Montalbano ha dichiarato di aver dato assistenza a due tunisini che si erano stabiliti a Menfi, e di non essere a conoscenza di attività illecite che questi avrebbero condotto. Assistenza che si è concretizzata attraverso la disponibilità concessa a due coniugi di un appartamento. Pietro Bono, dal canto suo, ha dichiarato di essersi occupato solo dell'ormeggio di una barca, non essendo a conoscenza di attività illecite. La pensano diversamente i magistrati, per i quali i due avrebbero fornito supporto logistico per il ricovero e la custodia del natante utilizzato per l'illecito trasporto dei migranti in occasione di una traversata particolare, risalente al 17 marzo di quest'anno. L'operazione Scorpion Fish risale ai primi di giugno. La vicenda è quella che, a margine dell'operazione, culminò con l'incidente occorso ad un finanziere precipitato dal tetto di un'abitazione di Menfi durante l'inseguimento di uno dei due tunisini arrestati. Finanziere che dopo essere stato in coma ha poi potuto riprendere conoscenza. Sotto indagine sono finiti sette italiani e dodici tunisini. I coniugi residenti a Menfi sarebbero orientati a chiedere il patteggiamento della pena. Per gli altri si procede col processo.