a seguito della recente sottoscrizione del protocollo d’intesa tra l’ASP di Agrigento e l’Università degli Studi di Palermo. Potranno perfezionare la loro formazione al Giovanni Paolo II interagendo con il personale di reparto e contribuendo ad elevare la qualità e quantità delle prestazioni erogate. Sono giovani medici specializzandi in malattie dell’apparato digerente. Secondo quanto previsto dalla convenzione siglata dal commissario straordinario Mario Zappia e dal presidente della Scuola di medicina e chirurgia dell’Ateneo di Palermo, Marcello Ciaccio, a Sciacca, come già all’ospedale di Agrigento, utilizzeranno gli spazi, le attrezzature e le risorse strumentali del nosocomio. Durante le attività in reparto i medici specializzandi assumeranno responsabilità via via crescenti, con particolare riguardo all’ultimo anno di corso accademico, derivanti dalle competenze acquisite e certificate dal tutor didattico. Se da un lato l’Ateneo di Palermo potrà contare su spazi e risorse extrauniversitari utili a formare sul campo la professionalità dei prossimi medici in malattie dell’apparato digerente, dall’altro l’ASP di Agrigento potrà fare affidamento sugli specializzandi per incrementare ulteriormente i servizi resi all’utenza.
A proposito di sanità agrigentina, è stato impiantato per la prima volta all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento un microinfusore di insulina ad un piccolo paziente affetto da diabete giovanile. Lo strumento terapeutico, una tecnologia considerata “golden standard” per l’appropriatezza dei trattamenti, è stato collocato sottocute al bambino presso la nascente Unità semplice di diabetologia pediatrica annessa all'UOC di pediatria, diretta dal dottor Giuseppe Gramaglia, grazie all’avvio dell’innovativo progetto per l’uso dei microinfusori avviato dalla Direzione generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento. La “micropompa” di insulina è stata impiantata dalle dottoresse Piera Buscarino e Claudia Albino ad un paziente seguito sin dall'esordio della malattia presso il reparto. Tramite un cateterino sottopelle il presidio medico eroga in infusione continua la terapia necessaria al paziente, programmata secondo le sue necessità individuali o per correggere eventuali iperglicemie derivanti da situazioni non correlabili all'assunzione dei carboidrati. Il microinfusore, nell'espletamento della sua funzione, tenta di riprodurre la normale e fisiologica secrezione insulinica da parte del pancreas permettendo di mantenere il paziente in condizioni di stabilità glicemica tali da prevenire le complicanze, sia acute che croniche, legate alla variabilità dei valori. Il risultato è quello di ottenere una maggiore flessibilità nella programmazione dei pasti e degli spuntini migliorando il controllo glicemico durante lo svolgimento dell'attività sportiva, nelle ore notturne ed anche nella gestione di iperglicemie dovute ad eventi stressanti.