al centro di via Allende e sotto il rigoroso controllo dei vigili del fuoco, ha fatto calare il sipario sull'edizione 2023 del Carnevale di Sciacca, quello fissato per il mese di maggio e preceduto, fino all'ultimo momento, da cambiamenti di programma repentini, dallo spostamento dal centro alla Perriera al rinvio del primo dei due weekend di sfilate al primo fine settimana di giugno per colpa del maltempo. Una ripartenza complicata e per varie ragioni, ed è questa una specie di conferma delle difficoltà che possono incontrarsi se una manifestazione così imponente è costretta, per un motivo o per un altro, a fermarsi.
È stato, quello terminato la notte scorsa, il Carnevale della ripartenza dopo l'edizione tragica del 2020 e dopo gli anni della pandemia. Il vero primo Carnevale, dopo l'esperimento di 3 anni fa, con il ticket d'ingresso. Un Carnevale di Sciacca che nel ripresentarsi ha riacceso le polveri della polemica cittadina, forse l'unico argomento che più di ogni altro solletica la nostra passione civile, perfino troppo. I temi da cui muovere l'analisi sono quelli di sempre. Il primo è il dirottamento della manifestazione, deciso pochi giorni prima del suo via, in un sito inedito, quello della Perriera. Questione destinata ancora a fare discutere, perché non si può negare che la sfilata tra i monumenti del centro a cui siamo stati abituati da sempre abbia un sapore diverso sul piano della suggestione. Ma non sembrano esserci molti dubbi sul fatto che l'edizione del 2024, che sarà tra meno di 9 mesi, si terrà nuovamente qui. Le numerose prescrizioni della pubblica sicurezza sulla sfilata tra le vie del centro (non le conosciamo nemmeno tutte) hanno deviato questa sorta di solco della storia, a cui naturalmente sarà faticoso fare l'abitudine, e questo rileva dal punto di vista della difficoltà ataviche ad accettare un qualsivoglia cambiamento. Nel caso in specie, tuttavia, un cambiamento non rileva solo dal punto di vista della reazione sociologica ma anche sotto il profilo economico, visto che Carnevale tradizionalmente è un buon momento per le attività commerciali del centro storico. Tra le cose che bisognerà fare per il futuro c'è sicuramente la necessità di agevolarle.
Sul piano sociale, in ogni caso, negare che il Carnevale si sia confermato un evento che trascina il popolo, al di là delle chiacchiere, sarebbe ingiusto. I saccensi hanno partecipato alla manifestazione affollando il sito prescelto, accettando anche di pagare un biglietto. Probabilmente ci si aspettava di più dal punto di vista delle presenze di turisti e visitatori. Ma questo tipo di risposta va rinviato a quando la manifestazione tornerà nel suo periodo tradizionale. Forse bisognerebbe rassegnarsi all'idea che il Carnevale di Sciacca è una festa dei saccensi. Anche se non si può negare che la festa alla quale siamo abituati, quella popolare che coinvolge la gente, ha lasciato giocoforza lo spazio ad una manifestazione dove il visitatore è solo spettatore. I tempi cambiano, e cercare le colpe è puro esercizio di stile dove il saccense ha un talento inimitabile. L'interesse turistico-economico forse non riuscirà ad andare oltre una certa soglia fisiologica, e questo può accadere per tante ragioni. Perché Acireale, che artisticamente non è un carnevale migliore di quello di Sciacca, ha una dimensione sicuramente più turistica per il solo fatto di disporre di un aeroporto a pochi chilometri. Poi è evidente come non ci sia dimensione turistica che possa essere rispettata se ancora una volta lo spettacolo è terminato a notte inoltrata.
Dal punto di vista artistico, il Carnevale di Sciacca si è confermato di altissimo livello. La maturità delle maestranze è ormai sotto gli occhi di tutti, la manifattura e tutto il corollario attorno alla manifestazione (dalle luci ai costumi dei gruppi) sono autentiche punte di diamante. Però bisogna cominciare a far crescere nuove leve. Questo sarà possibile farlo attraverso l'incoraggiamento della costruzione dei minicarri, una specie di serie B del campionato chiamato Carnevale. Se infine la sfilata si dovesse confermare alla Perriera, sarà possibile vedere carri allegorici un po' più grandi, oltre il dimensionamento di quest'anno che però era stato osservato nella prospettiva che la manifestazione si svolgesse in centro storico.
Dal punto di vista dell'ordine pubblico le cose sono andate meglio rispetto al passato: ci sono stati meno casi di ubriachezza. I controlli ai varchi d'accesso hanno sicuramente limitato l'ingresso di alcolici. Anche questo ha obbedito a specifiche prescrizioni di sicurezza, compresi i controlli sugli zaini, che tante perplessità in effetti hanno generato. La Meridiana Eventi, che ha organizzato la manifestazione, ha completato il suo lavoro, e non è mancata l'ansia. C'è chi continua ad attardarsi sul fatto che dovrebbe essere il comune ad organizzare tutto. Cosa che però non è più possibile, e dunque si farebbe meglio ad abituarsi ad un'idea diversa. Si confida che sia concluso anche l'esperimento del Carnevale in un periodo fuori stagione. E, d'altra parte, si sa già che nel 2024 si torna a febbraio.
Per il resto, alla fine il Carnevale di Sciacca si è confermato nella sua dimensione tradizionale, a prescindere dal luogo dove la manifestazione si è svolta. La questione centro storico sì - centro storico no naturalmente continuerà a tenere banco nel dibattito, compreso quello politico. Per quanto riguarda la nostra emittente, a cui è stato commissionato il servizio di diretta televisiva, siamo molto soddisfatti della resa tecnica del nostro prodotto audiovisivo e dei riscontri che abbiamo ricevuto dalle 6 province siciliane dove il nostro segnale viene regolarmente ricevuto ma anche dai tantissimi (a partire dai numerosi saccensi che vivono fuori) che ci hanno seguito in streaming. Riconoscimenti che ci gratificano e che hanno confermato ancora una volta il valore del connubio tra la televisione e il Carnevale di Sciacca. Un connubio ultraquarantennale, che naturalmente è cambiato e che oggi fa i conti con tecnologie diverse rispetto agli esordi delle emittenti televisive.