Sullo sfondo: la vicenda dei quattro voti targati PD finiti nel carniere di Gianfranco Micciché. Un esponente storico della Sinistra siciliana, Antonello Cracolici, al momento non ha ancora formalizzato la propria adesione al Gruppo parlamentare. Pd, dunque, ancora senza capogruppo. L'ex assessore all'Agricoltura della giunta Crocetta ritiene doveroso un chiarimento all'interno del partito. Nel banco degli "imputati" sono finiti soprattutto gli esponenti renziani del Pd, accusati di avere "soccorso" Micciché (che aveva qualche difficoltà all'interno del proprio schieramento) accettando di farsi immolare sull'altare di un presunto accordo tra lo stesso luogotenente siciliano di Berlusconi e il ministro Luca Lotti. "Utili idioti", li ha definiti Cracolici. Anche se tra i renziani nelle scorse ore Michele Catanzaro ha smentito di essere stato uno dei franchi tiratori. Ma la questione è aperta. Il segretario regionale Fausto Raciti ha inviato un messaggio a Matteo Renzi in persona, per chiedergli spiegazioni su quanto stava accadendo a Palermo. Ma non avrebbe ricevuto alcuna risposta. E a rincarare la dose delle polemiche oggi sono stati 21 dirigenti del gruppo dei Giovani democratici, che non esitano a dichiarare di provare vergogna per il comportamento di quelli che definiscono "alcuni dei nostri parlamentari rispetto al voto per l'assegnazione della presidenza dell'Assemblea regionale siciliana". "Siamo stati spettatori, vivendola con forte imbarazzo, dell'evoluzione post-voto in Sicilia. La giornata di sabato - continua la nota - ha confermato in maniera disarmante che una parte della classe dirigente del nostro partito non ha il minimo rispetto per se stessa. Andando ben oltre il riconoscimento dell'onore delle armi, il gesto di votare il commissario di Forza Italia nonché uomo di punta del centrodestra è un atto vergognoso. Chiediamo alla classe dirigente del Pd siciliano di prendendo le distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti".