l’avviso pubbblico per i progetti di “Democrazia Partecipata” quelli cui è destinata una piccola parte dei finanziamenti che la Regione Siciliana concede ai comuni. Per il 2023 a Sciacca ammonta a 16 mila euro la somma complessivamente destinata alla “Democrazia Partecipata”, ossia ai progetti che cittadini, associazioni, ditte, enti pubblici e privati hanno la possibilità di presentare entro il 12 luglio prossimo. Progetti che dovranno riguardare: l’ambiente, l’arredo urbano, i lavori pubblici, settori trainanti come agricoltura-artigianato e turismo, le politiche giovanili e della terza età, le attività sociali-educative-culturali-ricreative e sportive, gli spazi e le aree verdi. A carico dei partecipanti la predisposizione e presentazione della relazione tecnica illustrativa del progetto per un importo massimo finanziabile di 5 mila e 320 euro. La proposta comprensiva di tutti gli elaborati richiesti dovrà essere consegnata al protocollo generale o inviata tramite Pec al comune di Sciacca.
Uno strumento, quello della Democrazia Partecipata, che in tanti comuni può essere annoverato tra i buoni propositi che all’atto pratico non trovano attuazione, nonostante sia espressamente prevista la destinazione di una quota parte dei trasferimento della Regione Siciliana. Sciacca non fa eccezione, anzi. Si pubblica il nuovo avviso, quello per il 2023, ma tanti dei progetti di Democrazia Partecipata degli anni passati sono rimasti nei cassetti. Dalla villetta di San Michele, alla Perriera, al Borgo dello Stazzone, le iniziative proposte da cittadini e associazioni non sono state realizzate pur essendo state ammesse a finanziamento. Non si comprende il perché e a nulla sono valse anche le richieste di spiegazioni puntualmente arrivate, ad esempio, da Cittadinanzattiva. Associazioni che pur avendo elaborato questi piccoli progetti e averli visti collocare nella graduatoria stilata in posizione utile per il finanziamento e la realizzazione, ancora aspettano che le loro idee e le loro proposte vengano attuate.