volte alla realizzazione di un parco commerciale in contrada Tabasi (che hanno visto la Regione Siciliana commissariare gli uffici del comune di Sciacca che non rilasciavano il via libera), stanno riproponendo i timori di sempre del comparto commerciale, preoccupato per la mancanza assoluta di concertazione su un'iniziativa di questo tipo, all'interno di un sistema che sta vedendo il settore in forte crisi, con un costante indebolimento del tessuto socioeconomico e del comparto commerciale, non del tutto uscito dalle conseguenze del Covid, che tuttora si stanno ancora fronteggiando.
È contenuto all'interno di una nota di Confcommercio indirizzata al comune di Sciacca, firmata dal presidente provinciale Giuseppe Caruana e dal responsabile dell'area urbanistica Mario Di Giovanna, il forte disappunto rispetto al impatto sul tessuto socio-economico della città che la futura struttura di vendita potrà generare, nell'ambito della diminuzione delle attività commerciali nel centro storico, per non parlare della evidenziata costante diminuzione e invecchiamento della popolazione.
Diversi i temi di discussione avanzati da Confcommercio: dalla dotazione del piano commerciale alle reali necessità del territorio di quelle che vengono definite "nuove mega strutture commerciali allocate in zone periferiche e con tali imponenti dimensioni". Il commissariamento da parte della Regione di tutti gli organismi intermedi (uffici, ma anche evidentemente amministrazione e consiglio comunale) viene definito un fatto gravissimo, che desta preoccupazione, perché viene meno il dibattito che un tema del genere avrebbe dovuto fisiologicamente innestare. Confcommercio invoca chiarezza, e ritiene che non ci si possa rassegnare davanti a questa situazione.
Si ritiene, dunque, che il via libera a questo parco commerciale avrà, dicono quelli di Confcommercio, delle ripercussioni sull'intero tessuto commerciale della città. Vengono citati, in tale direzione, alcuni studi commissionati da Regione Lombardia secondo cui per ogni nuovo centro commerciale sono costretti a chiudere tra 1 e 6 piccoli negozi. Negli ultimi 10 anni a Sciacca la densità commerciale è scesa da 9 a 7,3 negozi per ogni mille abitanti, con un calo del 20%. "Nessun pregiudizio per gli imprenditori per svolgono il loro lavoro, ma abbiamo anche il dovere di tutelare l'esistente", dicono Caruana e Di Giovanna. I quali evidenziano di avere chiesto, lo scorso 5 maggio, un incontro con l'amministrazione per fare il punto della situazione, non ottenendo tuttavia, ad oggi, alcun riscontro.
Confcommercio invoca la ripartenza del dialogo, non ritenendo corretta quella che definisce "totale esclusione di tavoli tematici e conferenze di servizio". Giuseppe Caruana e Mario Di Giovanna chiedono allo stesso commissario ad acta nominato dalla Regione per varare il progetto l'attivazione della conferenza di pianificazione. Ribadiscono, Caruana e Di Giovanna, che Sciacca è in fase di desertificazione commerciale, in un ambito in cui si attendono ancora servizi essenziali come parcheggi e decoro urbano. L'auspicio è che si cambi rotta al più presto, e l'invito ad amministrazione e consiglio comunale è di condividere, o quanto meno, essere partecipi e consapevoli dei processi in seno alla macchina amministrativa. Organismi che, per la verità, in questo momento, sono stati scavalcati, perché questo prevedono le norme.