si ispira ai principi della tutela dell’equilibrio idrogeologico del territorio, dell’uso integrale e razionale della risorsa idrica e della garanzia di un servizio essenziale per l’agricoltura. Prevede, fra l'altro, la riduzione da 13 a 4 enti e una revisione del sistema tariffario e di finanziamento.
Di risultato storico per la Sicilia ha parlato il presidente Schifani evidenzianto come questo sia tra i provvedimenti più attesi per dare una svolta nella gestione delle risorse idriche per l'irrigazione che passa da un uso più razionale dell'acqua, anche in considerazione dei cambiamenti climatici degli ultimi anni.
La legge interviene nelle competenze di tutti gli attori coinvolti (Regione, agricoltori, Consorzi, altri soggetti pubblici e privati), definendole con chiarezza e allineando la Sicilia al quadro normativo europeo e nazionale in materia.
La riforma del settore non era più derogabile – ha dichiarato da parte sua l’assessore regionale all’agricoltura Sammartino che adesso auspica una celera approvazione del disegno di legge da parte dell’ARS. L’assessore parla di una vera rivoluzione per l’agricoltura siciliana perché la dota di un sistema di irrigazione e bonifica organizzato sui principi della coerenza dei bacini idrografici e dell’uso razionale della risorsa idrica e – nuovamente, dopo lungo tempo – del coinvolgimento dei produttori".
Il testo di legge prevede che si passerà dagli attuali tredici enti (gli undici consorzi “storici” ed i due consorzi della Sicilia occidentale e orientale) a un assetto basato su quattro organismi corrispondenti a bacini idrografici omogenei: Nord-orientale (che comprenderrà le province di Catania e Messina e parte delle province di Siracusa e di Enna), Nord-occidentale (ossia le province di Palermo e Trapani), Sud-occidentale ( che riguarderà la provincia di Agrigento e parte delle province di Palermo, Trapani, Caltanisetta ed Enna) e Sud-orientale ( la provincia di Ragusa e parte delle province di Siracusa e Caltanissetta).
I quattro nuovi Consorzi avranno la forma di enti economici di diritto pubblico associativi, restituendo la gestione agli agricoltori. Saranno infatti i consorziati a eleggere, per ogni Consorzio e con mandato quadriennale, tre componenti su quattro del consiglio d’amministrazione, inclusi i presidenti ed i vicepresidenti, mentre la Regione designerà un solo componente (con mandato a titolo gratuito) oltre ai revisori. La Regione assumerà le funzioni di vigilanza e coordinamento, continuando a garantire gli investimenti necessari per la realizzazione e l’efficientamento delle opere pubbliche di raccolta e distribuzione.
Altro elemento centrale della riforma è la revisione del sistema tariffario e di finanziamento. Gli attuali Consorzi saranno destinati alla liquidazione, senza nuovi oneri per la Regione, con le infrastrutture e gli strumenti che passeranno ai nuovi organismi. La legge di riforma prevede che il personale - sia stagionale che a tempo indeterminato - transiterà alle dipendenze dei quattro Consorzi di bonifica, con l’applicazione del contratto collettivo di categoria. Soddisfatta del testo di riforma dei consorzi di bonifica Legacoop Sicilia per la quale il nuovo assetto sarà in grado di produrre benefici immediati per il mondo agricolo.