nel quartiere Marina di Sciacca. L'incendio di ieri sera ha devastato quello che rimaneva di una struttura già fatiscente e in stato di abbandono da diversi decenni. Secondo le prime ricostruzioni, a bruciare per prime sarebbero state, soprattutto, le travi di legno con cui venivano costruiti, come da tradizione, i tetti e soppalchi degli edifici dell'epoca. La presenza di vegetazione spontanea all'interno dell'area avrebbe fatto il resto.
L'edificio, la cui costruzione era stata avviata nel lontano 1856, oggi è di proprietà dei “Fratelli Zinna”, solida realtà imprenditoriale locale che si occupa di costruzioni ed edilizia. Ed è proprio la famiglia Zinna che, in queste ore, si sta occupando della messa in sicurezza della struttura ed ha seguito con preoccupazione tutti gli sviluppi della vicenda. L'area, dunque, sarà transennata, molto probabilmente per lungo tempo, mentre le piattaforme della Ditta provvederanno ad eliminare, dal perimetro della struttura, qualsiasi problema che possa essere legato alla sicurezza.
Mauro Zinna, che stamattina era presente sul posto, ha confermato al nostro telegiornale che il bene, su cui da tempo è stato preparato un interessante progetto di riqualificazione e rilancio a cura degli architetti Michele Ferrara e Giuseppe Fanara e dell'ingegnere Giuseppe Zinna, è sottoposto a vincolo in quanto edificio di interesse e pregio storico e industriale e, nonostante i danni riportati, non può essere toccato né demolito, ma soltanto messo in sicurezza e ripristinato seguendo le planimetrie originali e il contesto architettonico e ambientale.
Il Molino, com'è noto, si estende su un'area complessiva di oltre 3200 metri quadrati, e il progetto, ancora in itenere, restituirebbe all'area una struttura nuova e moderna: una sala ricevimenti, con hotel 5 stelle, suite panoramiche, bar, reception prevista nella vecchia sala macchine ormai crollata, ascensore panoramico, pontile privato per le imbarcazioni, la presenza di una galleria commerciale, la riqualificazione della piazza interna con piscina, solarium e tutti i confort. In quello che era il granaio del mulino si pensa di realizzare una bella sala concerti, mentre potrebbe far parte del nuovo corpo pure un museo dedicato ai macchinari del tempo, ai grani e alle farine. Si attendono, probabilmente, finanziamenti e nuovi investitori. L'auspicio è, dunque, quello che, come l'Araba Fenice, dalle ceneri qualcosa di bello possa nascere da qui ai prossimi anni.