Il nuovo provvedimento introduce una definizione più stringente di testimone di giustizia come figura distinta dal collaboratore di giustizia. Non è un pentito, non ha commesso alcun reato, è solo una vittima o un testimone di un crimine che decide di denunciare i fatti alle autorità e come tale va tutelato per i rischi cui va incontro. Di contro, chi calunnia al solo scopo di accedere alle misure di protezione vedrà la sua pena aumentata fino alla metà. Previsto anche un sostegno economico e misure di reinserimento sociale e lavorativo e l'istituzione di un tutor. Una legge che ha registrato il plauso trasversale, da don Ciotti, ai partiti politici, ad esponenti della società civile, sollecitata e sostenuta dall’Associazione nazionale testimoni di giustizia, presieduta da Ignazio Cutrò che, ai nostri microfoni, esprime la propria soddisfazione.