pieno d'acqua che però non può essere utilizzata. E' il paradosso del Lago Arancio, invaso presente nel territorio tra Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Sciacca, la cui acqua non può essere adoperata a causa della presenza dell'alga rossa che ne impedisce l’utilizzo per usi irrigui. Un divieto stabilito dall'Asp di Agrigento per gli alti livelli di inquinamento. Una ulteriore batosta per il mondo agricolo.
Oggi a lanciare l'allarme è il presidente del circolo di Fratelli d'Italia "Marina – San Michele" di Sciacca Ignazio Gallo. A tali condizioni, scrive l'architetto Gallo, non è difficile prevedere un ulteriore problema per il mondo dell’agricoltura del nostro territorio: in piena estate, gli agricoltori si dovranno adoperare affrontando ulteriori costi di gestione per portare a termine la raccolta dei prodotti agricoli. Senza considerare che in una annata agraria che si presenta con moltissime ombre e poche luci, parecchi imprenditori potrebbero decidere di abbandonare la propria attività. La presenza dell’alga rossa, nell’immediato, paventa un problema economico per le aziende agricole, ma è anche un campanello di allarme di carattere ambientale posto che l'alga rossa, come è noto, è la manifestazione della presenza di sostanze inquinanti.
In attesa del vertice con la Regione programmato per la prossima settimana, il circolo di Fratelli d'Italia auspica che le autorità preposte, a cominciare dall'Asp e dall'Arpa, provvedano nell’immediato ad effettuare un accertamento dell’origine delle sostanze inquinanti che probabilmente derivano da sversamenti di acque reflue, dal malfunzionamento di impianti esistenti o da scarichi abusivi. Chiediamo un immediato intervento che metta insieme tutti gli attori interessati, conclude Ignazio Gallo, al fine di affrontare e risolvere questa tematica non escludendo interventi di sostegno straordinario per le aziende agricole e zootecniche interessate, e nei prossimi giorni ci attiveremo con i nostri referenti politici al fine di accelerare i necessari iter.