contribuendo in tal modo a potenziare gli organici. Una operazione mirata a fronteggiare l’emergenza legata alla mancanza di personale nei nosocomi. Una situazione difficile e ormai cronica, come sottolineato dall’Asp, che si estende su tutto il territorio nazionale e che testimonia l’oggettiva difficoltà a trovare nuovi professionisti. Il commissario straordinario dell'azienda sanitaria provinciali, Mario Zappia, ha voluto subito precisare che i nuovi sanitari non sono medici alle prime armi ma professionisti affermati, di età compresa fra i 38 e i 50 anni, in grado di incrementare la qualità delle prestazioni erogate, in possesso di più di una specializzazione e che hanno espresso un vivo desiderio di intraprendere questa nuova avventura non soltanto per ambizione professionale ma soprattutto per ritrovare le proprie origini italiane, nella terra dei loro avi, dove vogliono vivere e far crescere i loro figli. Ieri mattina Zappia ha incontrato i sindaci di Agrigento e Ribera, rispettivamente Francesco Micciché (che era delegato anche dal sindaco di Sciacca) e Matteo Ruvolo, l’assessore alla sanità del Comune di Licata e, in generale, i rappresentanti delle amministrazioni dei Comuni dove ricadono i presidi ospedalieri provinciali durante un incontro-confronto programmatico finalizzato ad appianare ogni difficoltà pratica ed operativa per accelerare l’arrivo in corsia dei nuovi medici. Al tavolo della conferenza dei servizi erano presenti anche i direttori sanitari di ciascun ospedale che hanno messo nero su bianco tutte le carenze che assillano i propri ospedali e che sono state consegnate alla Direzione Generale per dare avvio ai provvedimenti successivi. E’ stata fondamentale, dicono dall'Asp, la presenza dei primi cittadini che si sono impegnati concretamente a sostenere l’Azienda facilitando, fra l’altro, anche i processi burocratici per l’acquisizione anagrafica delle residenze e la ricerca di abitazioni idonee ad ospitare il personale medico. “Siamo ben consapevoli, ha detto Zappia, della consistenza del problema legato alla carenza di personale sanitario nei nostri ospedali e non ci conforta certo il fatto che le criticità non riguardino soltanto la provincia di Agrigento ma tutto il territorio nazionale. E’ per questo che, quotidianamente, siamo impegnati nel cercare ogni possibile soluzione per potenziare le dotazioni organiche considerando prioritario ogni sforzo per incrementare il numero dei professionisti in servizio. Nutriamo fiducia nel fatto che la scelta odierna, quella di ricorrere ad un corposo contingente di medici italo-argentini, possa rappresentare una svolta significativa. Questa stessa scelta è frutto di una programmazione metodica e consapevole di cui fanno parte anche gli innumerevoli bandi di concorso pubblicati, spesso purtroppo andati deserti per mancanza di sanitari, l’indizione di ‘avvisi aperti’ ai quali si può aderire ogni giorno, senza scadenza, il ricorso ai medici specializzandi, il ‘richiamo’ dei medici in quiescenza, l’attivazione di convenzioni/protocolli d’intesa e la ricerca di condivisione di graduatorie con altre aziende e tanto altro ancora. Come si può ben vedere, le abbiamo provate tutte per cercare personale. Commissario straordinario dell'Asp che poi dichiara di prestare molta attenzione al significato intrinseco delle manifestazioni di piazza, perché esprimono il disagio dei cittadini e della gente comune (che noi abbiamo il dovere di tutelare) ma di sapere anche individuare le strumentalizzazioni che a volte si fanno, dice, utilizzando proprio tale disagio. Ad ogni modo - conclude il commissario - oggi con i sindaci ed i rappresentanti delle amministrazioni comunali dei cinque centri ospedalieri si sta portando avanti un imprescindibile lavoro di squadraal termine del quale arriveremo ad incrementare la dotazione di personale medico nei nostri reparti ospedalieri”.