delle ordinanze che sospendano il lavoro, specie quello all'aperto, durante le ore più calde. Questa l'iniziativa della CGIL provinciale guidata dal sindacalista Alfonso Buscemi e firmata anche da Giuseppe Di Franco, segretario generale della Flai CGIL, e da Francesco Cosca, segretario generale della Fillea CGIL. La questione, di rilevanza nazionale, è finita sotto i riflettori nell'ultima settimana dopo che, nel sud Italia e soprattutto in Sicilia e Sardegna, si sono toccate temperature di oltre 45 gradi, imcompatibili con determinati lavori all'aperto e che possono riportare gravi rischi per la salute dei lavoratori. Si è ricordato come, già a partire dai 35 gradi di temperatura, le aziende possono sospendere le attività lavorative e chiedere la cassa integrazione per i propri dipendenti. Addirittura, come sottolinea anche l'INPS in una nota ufficiale, la cassa integrazione si può richiedere per eventi meteo al di sotto dei 35 gradi centigradi qualora entri in valutazione anche la temperatura percepita che è maggiore rispetto a quella reale.
I firmatari, che si dicono disponibili ad approfondire la tematica con i sindaci che lo richiederanno, invitano i primi cittadini a firmare delle ordinanze che, in relazione alle previsioni meteo, blocchino le attività del settore delle costruzioni e agricole nella fascia oraria più calda consultando i bollettini ufficiali emanati dalla Protezione Civile. La CGIL aveva avanzato la medesima richiesta anche alla Regione Siciliana, senza trovare aperture in tal senso, ma ricordando come, però, la Regione Calabria e la Regione Puglia sono, invece, intervenute con lo stop nelle ore più calde. Buscemi, Di Franco e Cosca, nella loro nota odierna, ricordano come i lavoratori edili ed agricoli sono particolarmente esposti ed a rischio. Le “ondate di calore estreme” - scrive la CGIL rappresentano uno dei fattori di rischio e, quindi, di infortuni spesso anche mortali. Le elevate temperature possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore, aumentandone il rischio di infortuni.