di cronaca lo testimoniano in maniera inequivocabile. Il rischio clinico è altissimo e la stessa salute dei pazienti è messa in pericolo da condizioni di lavoro improponibili e inaccettabili. Il governo deve muoversi prima che sia troppo tardi. E’ quanto denuncia il coordinatore della sottocommissione dell’Ars sui pronto soccorso e capogruppo del M5S a palazzo dei Normanni, Antonio De Luca.
Gli episodi di cronaca cui si riferisce De Luca sono il grido d’aiuto di un medico del pronto soccorso di Siracusa, lanciato via social dal video di un paziente e la lettera-denuncia dei camici bianchi del pronto soccorso di Agrigento che paventano le dimissioni in massa dopo le recenti dimissioni del primario Sergio Vaccaro, che è stato audito nel corso di una delle ultime sedute della sottocommissione sui pronto soccorso, e la rinuncia all’incarico del medico Giuseppe Spallino che ha preferito rimanere al pronto soccorso di Ribera.
Nonostante l’abnegazione dei medici in servizio, la situazione nei pronto soccorso degli ospedali siciliani, dice De Luca è ormai al collasso. La carenza dei medici, aggiunge, non è limitata solo alle aree di emergenza di Siracusa e Agrigento, ma è generalizzata e coinvolge praticamente tutti i pronto soccorso e gli ospedali dell’isola. Rispetto alla dotazione organica, manca esattamente il 47 per cento dei medici. Sui 786 medici previsti quelli effettivi sono solo 414.
Si arriva così a turni in cui in servizio c’è un solo medico. Il coordinatore della sottocommissione sulle aree di emergenza urgenza istituita all’Ars nei mesi scorsi, cita l’esempio di Caltagirone, dove succede che in servizio ci sia un solo medico sui 18 previsti o a Sciacca dove analoga circostanza si verifica a fronte di 8 medici sulla carta. La sottocommissione sui pronto soccorso è nata proprio per cercare di sollecitare il governo a trovare risposte concrete, anche sul fronte delle aggressioni e delle attese interminabili dei pazienti prima di poter ricevere assistenza, cose che poi sono direttamente collegate alla carenza del personale in servizio.
“La soluzione – dice il coordinatore Antonio De Luca – non può essere la redistribuzione dei medici tra i vari ospedali prospettata nei giorni scorsi dall’assessorato alla salute, anche perché questa arriva tardi, quando le ferie dei medici sono state programmate. Occorre una unità di crisi permanente costituita presso l’assessorato che centralizzi il sistema delle assunzioni e le faccia partire al più presto”.