ha tentato di aggredire due bambini, accompagnati dalla madre, per una passeggiata in località San Calogero. Un episodio che poteva avere conseguenze peggiori. Alla fine, per fortuna, soltanto tanto spavento per i malcapitati e niente di più.
Sono riusciti ad allontanarsi in tempo sfuggendo all'aggressività degli animali. I randagi, almeno una ventina, da tempo stanziano nei pressi del boschetto di San Calogero e vagano per la zona in cerca di cibo, e moltiplicandosi. L'ennesimo episodio accaduto ieri non fa altro che riportare alla luce un problema più volte segnalato dalla nostra redazione. In località San Calogero, così come in contrada Muciare, è ormai allarme a causa dell'ingente numero di quadrupedi che mettono a rischio la pubblica incolumità sia degli automobilisti sia di coloro che si avventurano a piedi da quelle parti.
Più volte i residenti hanno avvisato il Comune denunciando il grave pericolo, ma finora senza risposte né interventi sufficienti, anche perché l'ente non ha approvato ancora il bilancio, cosa che non permette di poter intervenire in modo adeguato né col servizio di sterilizzazione né con quello di stallo presso i canili convenzionati, comunque già a corto di posti disponibili. A quanto pare questi randagi sarebbero regolarmente e giornalmente nutriti da alcune persone, ma di certo non proliferano soltanto per questo. Purtroppo, infatti, taluni approfittano di queste zone isolate, San Calogero e Muciare, per abbandonare, o per meglio dire, per disfarsi di intere cucciolate indesiderate, contribuendo in maniera decisiva ad alimentare il fenomeno.
Se non si mette un freno a questo tipo di cultura, cultura tra virgolette, e non si punta sulle sterilizzazioni, la piaga del randagismo non potrà mai essere adeguatamente affrontata e la problematica finirà, prima o poi, con il ripresentarsi. Secondo il servizio veterinario sarebbero circa un centinaio i randagi presenti sul territorio comunale e almeno una settantina quelli ancora da sterilizzare. Lo scorso ottobre furono catturati, sterilizzati e rimessi in libertà i primi 20 esemplari dando priorità a quelli che in quel momento erano soliti bivaccare in centro storico.