a breve ci sono anche quelli che riguardano il secondo stralcio del Parf e il secondo modulo del depuratore comunale di Sciacca. L'ultimo stato di avanzamento dei lavori (significa la quota del contratto di appalto da 14 milioni per i lavori già effettuati) a favore della ditta appaltatrice Comer Costruzioni Meridionali di Santa Venerina, è datato 31 maggio. Con il materiale acquisito e tuttora a disposizione, gli operai potranno continuare a lavorare per tutto il mese di settembre. Poi basta, perché senza ulteriori erogazioni finanziarie l'impresa rischia il default. Rischia di allontanarsi così la fine dei lavori, programmata da contratto per la fine del 2024. La situazione che si è venuta a determinare scaturisce dal fatto che il governo Meloni non ha ancora nominato il nuovo capo dell'ufficio unico per la depurazione che prenda il posto di Maurizio Giugni, il cui incarico dunque è scaduto. Un ruolo che i partiti della maggioranza evidentemente si stanno contendendo. Tra i nomi in ballo c'è anche quello dell'ex assessore regionale Toto Cordaro. Ma l'accordo non è stato ancora trovato. E non è chiaro capire se e quando sarà trovato. E poco sembra importare, alla classe politica, se il Paese sia costretto a pagare una multa da 80 mila euro al giorno perché finito in passato sotto infrazione da parte dell'Unione Europea e proprio perché in Sicilia c'è una rete fognaria insufficiente a smaltire i propri scarichi, e proprio perché due siciliani su 5 (la fonte è la Commissione parlamentare Ecomafie) non sono serviti da fogne regolarmente funzionanti.
A Sciacca la questione è stata sollevata durante una delle ultime sedute consiliari dal vicesindaco Gianluca Fisco. Fisco che, insieme a Fabio Termine, ha firmato l'ennesima lettera indirizzata al presidente della Regione Schifani, all'assessore alle Infrastrutture Aricò, all'Associazione Nazionale Costruttori Edili e ai sindaci degli altri comuni che, come quello saccense, sono interessati da lavori fognari e depurativi che anch'essi vanno dritti verso lo stop perché l'ufficio del Commissario per l'emergenza non ha un capo. Tra questi ci sono anche Palermo, Campobello di Mazara, Castelvetrano, Marsala, Mazara, Gela, Agrigento, Favara, Porto Empedocle e Ribera. Struttura commissariale bloccata e mancato pagamento dei lavori eseguiti (per Sciacca parliamo dei mesi di Giugno e Luglio, a cui bisognerà poi aggiungere Agosto e Settembre). I contratti dei lavori in corso nei comuni siciliani sono stati perfezionati dall'ingegnere Riccardo Costanza, uno dei due subcommissari dell'emergenza depurazione. Non essendoci più il commissario, non ci sono più nemmeno i subcommissari. In queste immagini lo vedete all'inaugurazione lo scorso anno dei lavori per il completamento del depuratore di contrada Bellante.
Fisco e Termine si sono rivolti, con un altro appello, anche alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri Matteo Salvini e Raffaele Fitto. Sarebbe evidentemente necessario che la maggioranza politica di centrodestra (quella che è all'opposizione del governo cittadino a Sciacca) si adoperasse, nei confronti dei propri parlamentari di riferimento, che sono stati premiati dagli elettori alle ultime elezioni, affinché si facesse qualche pressione volta alla soluzione del problema della nomina di un nuovo commissario per l'emergenza della depurazione. Un problema che è di natura ambientale e di affermazione di una nuova civiltà, anche se la questione sembra interessare più che altro per l'ennesimo litigio per le poltrone, e per la necessità di trovare un accordo sulla persona da mettere a capo di questo ufficio.
Eppure, i lavori del Parf e del depuratore, sono questioni di straordinaria rilevanza, perché se il litorale urbano saccense continua a non essere ufficialmente balneabile è proprio perché le fogne continuano a sversare in mare, quando questi interventi permetterebbero di renderlo finalmente fruibile, come si addice ad una società civilizzata. Ma purtroppo al momento nella ridente città di Sciacca a prevalere sono polemiche di natura ben diversa.
Intanto stamattina Fabio Termine e Gianluca Fisco, insieme ai responsabili di uffici comunali e Protezione civile, hanno incontrato i vertici di Aica per programmare insieme i lavori da 250 mila euro (quelli segnalati ieri in un'interrogazione da Filippo Bellanca) per il rifacimento della via Pietro Germi. Intervento che il comune vuole condividere con l'azienda idrica comuni agrigentini per fare in modo che, accanto alla sistemazione della strada, Aica effettui anche i necessari interventi di rifacimento della rete idrica. "Lavori che non sono ancora partiti perché - chiarisce il vicesindaco Fisco - siamo andati incontro alle richieste di un'azienda della ristorazione che, con la chiusura del ponte Tummiolo, sarebbe rimasta isolata e, dunque, avrebbe subito per questa estate, organizzando diversi banchetti per matrimoni, gravissime conseguenze per la propria attività commerciale".