così bravi a puntare il dito contro, dispensando a destra e a manca patenti di autorevolezza, di capacità di tenere relazioni istituzionali, dall'alto della loro supposta capacità, questa volta puntassero il dito verso i loro referenti palermitani e romani, pretendendo rispetto e risposte verso la nostra città e verso chi vive situazioni di grave disagio strutturale".
È questo il tono, a dir poco polemico, utilizzato dal coordinamento cittadino del Partito Democratico di Sciacca in riferimento all'imminente stop ai lavori da 14 milioni di euro per la realizzazione del secondo modulo del depuratore comunale e a quelli per il secondo stralcio del Piano di attuazione della rete fognante. Vicenda di cui ci siamo occupati ieri nel corso del nostro Telegiornale e che riguarda una ventina di comuni siciliani, posto che l'ufficio del Commissario nazionale per l'emergenza depurazione dopo la scadenza del mandato a Maurizio Giugni è tuttora senza un responsabile, e gli stati di avanzamento dei lavori non vengono più pagati. L'ultimo saldo risale al 31 maggio. Vicenda che sembra essere al centro di trattative tra i partiti di centrodestra, anche se tutto questo accade mentre l'Italia paga 80 mila euro al giorno all'Unione Europea perché le reti fognarie in Sicilia non sono più adeguate. I Dem di Sciacca attaccano e dicono: "Che strano, ci saremmo aspettati oggi una presa di posizione dei rappresentanti delle forze politiche che sostengono il governo Meloni a Roma e il governo Schifani a Palermo, in difesa della città che dicono di amare tanto. Ci saremmo aspettati - aggiunge il coordinamento del Pd - una levata di scudi contro un governo nazionale che, essendo troppo impegnato a litigare per spartirsi incarichi e poltrone, se ne strafrega se lavori importanti, come il completamento della rete fognante di Sciacca, rischiano di bloccarsi, chissà per quanto tempo". L'accusa all'opposizione all'amministrazione Termine è di essersi chiusa a riccio in un imbarazzante silenzio, figlio - si legge nella nota odierna - della evidente difficoltà di trovare giustificazioni a una situazione talmente difficile". Per il Partito Democratico "evidentemente non è nel DNA delle forze di governo di destra alzare la voce contro i propri referenti nazionali e regionali. E allora - attaccano i rappresentanti del Pd - non possiamo che auspicare che Giorgia Meloni, Matteo Salvini e quel Maurizio Lupi, nuovo sodale del presidente del Consiglio comunale Ignazio Messina, nel suo interminabile girovagare per tutto l'arco costituzionale, si rendano conto che i loro litigi e la loro fame di poltrone porta intere comunità a morire di inedia".
I Dem di Sciacca auspicano che da Palermo e da Roma giungano buone notizie e che il futuro della città di Sciacca venga salvaguardato al di sopra di ogni altra bega politica. "Soprattutto - scrivono - auspichiamo che i consiglieri di opposizione abbiano la capacità di distinguere la loro appartenenza politica dal loro ruolo di classe dirigente della città; che sappiano per una volta fare prevalere il bene comune e schierarsi al fianco del sindaco nel chiedere che il bisogno di sviluppo di questa nostra comunità prevalga sulle beghe politiche".
Toni duri, ai quali (chi volesse scommettere ha già vinto) nelle prossime ore giungerà una replica, in un clima di scontro che, ormai, ha preso la direzione di una autentica escalation.