“Agrigento Capitale della Cultura 2025”. Lo Statuto della Fondazione, che era stato preparato e redatto nelle settimane scorse dal Comune di Agrigento, guidato dal sindaco Franco Micciché, è stato bocciato senz'appello dai Revisori dei Conti. Secondo i contabili, infatti, sarebbero state violate le procedure di evidenza pubblica a cui vanno aggiunte i dubbi sulla copertura finanziaria e il ruolo dell'associazione “Meno” al centro di numerose polemiche, politiche e non. L'attuale progetto di Statuto della Fondazione, insomma, sarebbe, secondo i revisori, oggettivamente e tecnicamente insostenibile. I revisori dei conti del Comune fanno notare come l'associazione culturale “Meno” non risulterebbe iscritta al Registro Unico del Terzo Settore, “quindi non si comprende in base a quale norma il sodalizio possa divenire socio fondatore della costituenda fondazione”.
Inoltre i contabili rilevano come il Comune di Agrigento non ha ancora approvato il rendiconto 2022 e “non è nelle condizioni di poter quantificare l’importo applicabile nel bilancio di previsione 2023/2025”. Praticamente non si possono spendere tutti i soldi del bilancio per il progetto Capitale della Cultura, ma servono coperture anche per le altre iniziative e manutenzioni. Poi si sottolinea come “nonostante la fondazione sarà tenuta ad osservare procedure di evidenza pubblica, già in sede di costituzione viene individuato il direttore generale, mentre l’associazione MeNO esprimerà le figure del project manager e dell’executive”. Infine, i revisori non capiscono il perché sia previsto che la fondazione resti operativa fino al 2028.
La Giunta agrigentina adesso ha soltanto due possibilità: o ritirare e riformulare lo Statuto oppure portarlo ugualmente in Consiglio comunale e vedere chi lo approva nonostante i rilievi dei contabili.
Veementi le reazioni politiche. L'ex sindaco Lillo Firetto auspica più trasparenza e affidabilità e dichiara: “Hanno provato a fare i furbetti”. Per la consigliera comunale Roberta Zicari “hanno pensato soltanto alle poltrone, mentre ci sono ancora 44 progetti da appaltare”. Il consigliere Pasquale Spataro parla di “ennesimo schiaffo. Sono passati sei mesi dalla proclamazione e siamo ancora fermi al palo”.