sui social a confermare la straordinaria statura culturale di Angela Scandaliato, l'insegnante di Storia e Filosofia morta ieri sera al culmine di una lunga malattia. Una personalità carismatica, una grande pasionaria della vita civile. Grande esempio di ricercatrice storica degli insediamenti ebraici in Sicilia, la professoressa Scandaliato fu autrice di diverse pubblicazioni su questo argomento. Nel corso della sua vita pubblicò numerosi studi improntati proprio sulla presenza di sinagoghe e comunità ebraiche tra Sciacca, Caltabellotta, Siracusa, Termini Imerese, Polizzi Generosa e Trapani. I volumi dedicati alla Giudecca di Siracusa la videro autrice insieme al marito Nuccio Mulè. Con la casa editrice Sellerio Angela Scandaliato pubblicò 'L' ultimo canto di Ester. Donne ebree del Medioevo in Sicilia', mentre l'Associazione italiana per lo studio del Giudaismo le commissionò una ricerca storica sulle presenze ebraiche in età medievale. Uno degli ultimi lavori, condiviso con Licia Cardillo Di Prima e pubblicato da Flaccovio, ha riguardato la figura di Flavio Mitridate,
caltabellottese che da ebreo si convertì al Cristianesimo, diventando Guglielmo Raimondo Moncada.
Angela Scandaliato è stata una protagonista della vita civile. Discendente di quell'Angelo Scandaliato a cui è dedicata la piazza del Popolo di Sciacca, con l'editore Aulino (insieme a Giuseppe Sanfilippo) dedicò un libro molto interessante sulla figura del militare italiano del Regio esercito, ucciso durante la Grande guerra. Per il resto la professoressa Scandaliato è stata una animatrice culturale, una interprete della passione civile, frequentatrice e animatrice degli eventi culturali, a partire dal Letterando in Fest, che più volte la vide protagonista. Una donna che non tollerava l'ipocrisia, e che di fronte alla polemica non si tirava certo indietro ma lo faceva sempre con grande eleganza, forte delle sue autentiche conoscenze culturali. Difese il riconoscimento dei diritti delle minoranze, e durante una puntata di Vesper al Cinema, con lo straordinario coraggio civile che le era unanimemente riconosciuto, anche da chi non la pensava come lei, così si pronunciò sul ruolo degli insegnanti: "Non è vero che non devono fare politica, io facevo politica, i miei colleghi che si autodefinivano 'apolitici' in realtà facevano più politica di me, perché significava che a loro tava bene quel sistema".