avvenuta nel corso dell'ultimo Consiglio Comunale con il voto contrario dell'opposizione che a Menfi è maggioranza numerica, il comitato civico "acqua pubblica – gestione diretta" ha scritto alle istituzioni locali per esprimere il proprio disappunto per quanto avvenuto. Era stato il comitato, nel 2021, a chiedere formalmente all’amministrazione pro tempore di istituire la consulta per i servizi idrici. Il sindaco del tempo, Marilena Mauceri, aveva accolto favorevolmente la proposta. È da allora che la città attende la formalizzazione della consulta. Purtroppo, scrive il comitato acqua pubblica, la cittadinanza ha dovuto prendere atto della “bocciatura” del regolamento da parte del consiglio comunale. Nel definire inesatte e forzate alcune interpretazioni date in Consiglio Comunale, il comitato oggi tiene a puntualizzare come la Consulta non sia un organo politico nè un organo di partito o di amministrazione, ma espressione della cittadinanza e, pertanto, organo di democrazia partecipativa. Le consulte idriche in Italia, si legge nella nota, sono state adottate in migliaia di Comuni e Regioni, ma a Menfi, come al solito, senza comprendere a fondo le ragioni di tutela della cittadinanza in un ambito primario, se ne è fatta una sterile ed assurda polemica politica, mentre invece, un sano approccio alla questione di tutela della gestione pubblica avrebbe dovuto coinvolgere il consiglio comunale alla unanimità, vista l’importanza della questione. Né tantomeno, osserva ancora il comitato, la Consulta può sostituirsi alle commissioni consiliari di studio (che in tre anni non hanno fatto nulla) perché le commissioni hanno altre funzioni e non prevedono la partecipazione dei cittadini. Ed ancora, prosegue la nota del comitato acqua pubblica – gestione diretta, quello che è successo con l’ultimo progetto di Siciliacque è emblematico posto che nessuno (né commissioni, né consiglieri comunali, né altri uffici) ha informato la cittadinanza che Siciliacque aveva adottato un progetto con espropri ai danni di centinaia di cittadini e con un’opera faraonica assolutamente inutile ma che metteva a rischio le risorse idriche di Menfi. Solo noi abbiamo provveduto ad informare tempestivamente la cittadinanza e a presentare le relative opposizioni, nel silenzio assoluto delle istituzioni. La consulta è a tutela degli interessi dei cittadini e non di questa o quella parte politica, e se il Regolamento chiama a farne parte anche gli ex sindaci lo fa per dare una continuità amministrativa alla gestione pubblica, al di là delle singole appartenenze. Non si fa politica di numeri con l’acqua, né possiamo perdere le sfide che ci attendono, conclude il comitato chiedendo che al più presto e senza sterili pregiudizi, venga riesaminato ed approvato il Regolamento istitutivo della Consulta idrica cittadina.