E’ quanto ha chiesto al sindaco Fabio Termine la consigliera Carmela Santangelo in riferimento alle ultime problematiche che riguardano la struttura, ossia l’interruzione del servizio di assistenza psicologica presso il reparto di oncologia e il mancato funzionamento degli ascensori nell’edificio che ospita gli ambulatori del distretto sanitario.
La sanità è un tema molto importante e delicato che merita la giusta attenzione nel rispetto della salute degli utenti, dichiara Carmela Santangelo, nel sollecitare l’amministrazione comunale di Sciacca.
Dovere di un sindaco, aggiunge, è quello di incontrare periodicamente la Direzione Generale e di Presidio per sollecitare l’immediata soluzione delle problematiche e tutelare l’ospedale, punto di riferimento di una vasta utenza, non solo della città di Sciacca.
La questione degli ascensori non funzionanti che impediscono alle persone disabili o con gravi problemi di deambulazione di accedere agli ambulatori è stata oggi posta all’attenzione del commissario dell’Asp e del direttore sanitario del distretto di Sciacca da Cittadinanzattiva- Tribunale per i Diritti del Malato.
Un problema che sussiste da tempo, scrivono Lilla Piazza e Pierina Di Martino. E’ necessario intervenire immediatamente.
Ascensori non funzionanti o interruzione del servizio di supporto psicologico ai pazienti oncologici sono solo le ultime due questioni aperte in tema di funzionalità dell’ospedale e che si aggiungono alle criticità legate alla carenza di personale, medico soprattutto, che riguardano diversi reparti del Giovanni Paolo II e quella classificazione di ospedale DEA di primo livello mai realmente attuata.
Era stata annunciata in estate una nuova iniziativa, un sit-in all’ospedale di Sciacca, dopo quella attuata ad Agrigento e che pure non aveva visto unito il fronte dei sindaci. Ma i mesi passano e la situazione peggiora. “Non ci sono medici disponibili” è il mantra del commissario dell’ASP Mario Zappia. Lo denunciano oggi anche i consiglieri comunali della DC di Licata rispetto all’ospedale San Giacomo d’Altopasso dove a fronte di 75 medici previsti in pianta organica in servizio ce ne sono 25, con gravi conseguenze soprattutto per il pronto soccorso e diversi altri reparti a cominciare dalla ginecologia e sanitari che arrivano da altri ospedali della provincia per tamponare. Una situazione ben nota a Sciacca con diversi medici del Giovanni Paolo II in trasferta a Licata o in altri nosocomi agrigentini a garantire la regolarità dei turni. Si va avanti così, rincorrendo le emergenze e accogliendo le sollecitazioni di sindaci e parlarmentari ora per questo, ora per l’altro ospedale in un sistema in cui il rischio è che chi più sollecita più ottiene.