in Sicilia è tutta in salita. Il disegno di legge, da mesi, è bloccato in Commissione Bilancio all'ARS, vittima, a quanto pare, delle frizioni tutte interne alla maggioranza che sostiene il governatore Renato Schifani. Da un lato Forza Italia e Democrazia Cristiana spingono per il ritorno delle Province e per il ritorno dell'elezione diretta dei vertici da parte dei cittadini. Dall'altro a spegnere gli entusiasmi Fratelli d'Italia che non avrebbe alcuna voglia di entrare in contrasto con le direttive che giungono da Roma e dal Parlamento nazionale.
Il problema, a quanto pare, è tanto economico quanto politico. Da una parte non ci sarebbero in bilancio le coperture economiche per il ripristino degli enti che erano stati cancellati dall'allora governo Crocetta e servirebbero, in merito, almeno 4 o 5 milioni di euro, dall'altra a Roma non è stata ancora archiviata la legge Delrio, aspetto normativo necessario per ripristinare le Province.
Quindi all'ARS, in questo momento, approvare le Province porterebbe a scontrarsi, dal punto di vista normativo, con Roma e con la legge nazionale. Un aspetto politico non di poco conto posto che, stando all'attuale quadro normativo immutato, Fratelli d'Italia regionale non intenderebbe forzare la mano e schierarsi in contrasto con quanto i vertici meloniani decidono a Roma. Tutto rischia di rimanere impantanato fino a quando il Parlamento non legifera e non reintroduce le Province, cosa che dovrebbe avvenire non prima della metà del 2024.
E dire che, in Aula, a Palermo, l'intesa bipartisan già c'è per il restauro degli enti: sono praticamente tutti d'accordo, compreso per il voto diretto degli elettori. Ma in Commissione, al momento, non se ne è più parlato e restano tutti in attesa degli eventi. Intanto, per forza di cose e in attesa di sviluppi, il presidente Renato Schifani, nei giorni scorsi, ha nominato i nuovi commissari straordinari a guida degli attuali Liberi Consorzi.