gli specialisti necessari al funzionamento della Stroke Unit, la direzione sanitaria dell'Asp ha disposto che il reparto di Neurologia del San Giovanni di Dio di Agrigento potrà funzionare la mattina in regime di guardia medica attiva, il pomeriggio e la notte con la reperibilità garantite dagli stessi neurologi. Le procedure d'urgenza correlate alla Stroke Unit saranno garantite tutti i giorni ma solo dalle 8 alle 14,30, mentre dal pomeriggio e fino all'indomani mattina i pazienti che necessitassero di trattamenti tempestivi nei casi di ictus cerebrale, dovranno essere dirottati o trasferiti presso il Centro Hub di riferimento della Rete Stroke che si trova al Sant'Elia di Caltanissetta. Nel frattempo il direttore sanitario Cassarà ha annunciato che si proverà a risolvere il problema. Questo quadro ribadisce, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la soluzione per Sciacca, affinché il "Giovanni Paolo II" possa finalmente essere un Dea di primo livello, è ancora lontana. Tutto questo accade perché mancano i neurologi.
Si attende adesso che Fabio Termine indica l'atteso sit-in di protesta dei sindaci del comprensorio a Sciacca, dopo quello delle settimane scorse ad Agrigento. Il Comitato civico per la Sanità ribadisce la necessità che Sciacca ottenga quanto gli spetta, nell'interesse di una comunità che però, solo se tocca con mano il problema se ne preoccupa, altrimenti preferisce parlare di altro. Problemi della sanità comuni a tutte le Asp, si continua a dire. Eppure quella di Trapani ha annunciato grossi risultati in ordine all'abbattimento delle liste d'attesa, evidenziando che l'apertura della nuova Emodinamica nell'ospedale di Castelvetrano “ha azzerato la mobilità passiva verso altre province e regioni con numeri impressionanti soprattutto dalla parte Sud di Trapani, dove gli utenti – ha detto il commissario Vincenzo Spera - andavano a Sciacca o a Palermo o fuori Sicilia per coronografie o angioplastiche programmabili".
Intanto sono per fortuna in fase di rientro alcune emergenze specifiche. L'Emodinamica al "Giovanni Paolo II" di Sciacca dispone nuovamente di due sale, mentre in oncologia ha ripreso l'attività il sostegno psicologico per i pazienti che era stato interrotto, e si punta a risolvere un'altra grave criticità, quella di uno dei 3 medici (assunto a tempo determinato) per il quale sarebbe opportuna la fuoriuscita dalla condizione di precariato in cui si trova perché, altrimenti, essendo vincitore di concorso in un'altra Asp, si rischia di doverne farne a meno dall'oggi al domani. Sono queste le ultime novità che provengono da un fronte ospedaliero, quello del "Giovanni Paolo II" di Sciacca, che continua ad attendere il via libera a quella Stroke Unit che sarebbe comunque solo una delle caratteristiche richieste dalla qualifica (ottenuta nell'ormai lontano 2019) di ospedale Dea di primo livello.
Mancano i medici, ripete di continuo il commissario dell'Asp Zappia. Che nelle scorse ore, dopo l'annuncio della scorsa estate, è finalmente riuscito ad immettere in servizio i primi 6 medici argentini a cui si è dovuto fare ricorso per fronteggiare l'emergenza. Dal Sudamerica sono arrivati due pediatri, una pneumologa, un cardiologo e due medici di Medicina generale e di famiglia. Zappia, che ha parlato di data storica, ha anche annunciato che quello entrato in servizio è solo il primo contingente di medici stranieri assunti dall'Asp di Agrigento. L'obiettivo è ben più ambizioso, e punta ad avere in organico un centinaio di professionisti. Commissario dell'Asp che ha rassicurato circa il fatto che quelli assunti non sono medici alle prime armi ma professionisti affermati.
In attesa di capire se e quanti medici saranno destinati alle corsie ospedaliere saccensi, gli equilibri tra i nosocomi di Sciacca e Ribera continuano ad essere complicati. Di fatto i due edifici sarebbero parte di un unico ospedale, eppure si sa da settimane che con il poco organico di medici disponibili stanno funzionando due reparti di Medicina e, da ieri, anche due Chirurgie generali. Chirurgia per far funzionare la quale è stato necessario fare rientrare dal pensionamento il dottore Tornambè, fatto questo piuttosto rivelatore di come la coperta sia ancora particolarmente corta (e in un reparto, quello di Sciacca, ancora senza primario).