che già nello scorso mese di giugno aveva comportato il blocco della campagna irrigua a causa della presenza dell’alga rossa, ma anche di scarichi fognari per i quali erano stati predisposti pure degli accertamenti.
Il problema era stato superato dopo qualche settimana, consentendo agli agricoltori di un vasto comprensorio, che va da Sciacca al territorio del Belice e comprende anche diversi comuni della provincia di Trapani, di tornare ad utilizzare questa risorsa per la stagione irrigua. Nuove analisi disposte dall’Azienda Sanitaria Provinciale ed effettuate dall’Arpa nel mese di settembre hanno però rilevato parametri non conformi e, dunque, un nuovo provvedimento che vieta l’utilizzo a scopi irrigui dell’acqua del lago Arancio. Un’altra batosta per il comparto agricolo considerate, tra l’altro, le temperature ancora elevate che si registrano e il rischio di vedere vanificare i sacrifici di mesi.
La ripresa dell’irrigazione era stata disposta nel contesto di una attività costante di monitoraggio sull’acqua del lago Arancio, legata alla presenza dell’alga tossica, ma finalizzata ad appurare anche le altre cause di inquinamento.
Evidentemente, come accertato dalle nuove analisi, il problema non è stato affatto superato. L’Asp ha allertato i sindaci dei comuni interessati, in primo luogo Sambuca di Sicilia. Il sindaco Giuseppe Cacioppo ha dichiarato di avere già concordato per mercoledì una riunione con le autorità preposte . La vicenda, peraltro è già al centro di una forte presa di posizione del gruppo consiliare “Siamo Sambuca” con il consigliere Sario Arbisi che sostanziamente addebita all’amministrazione Cacioppo la responsabilità di non avere individuato in questi mesi la causa dell’inquinamento. A pagarne le conseguenze, dichiara Arbisi, sono adesso gli agricoltori di un vasto comprensorio costretti a non irrigare i campi e non si sa ancora per quanto tempo.