La selezione è durissima, perfino per chi ha un nome importante. Figuriamoci per chi cerca il cosiddetto “collegio blindato”. Il punto è che la legge elettorale denominata “Rosatellum” tra i tanti difetti (anche se per qualcuno forse sono pregi) ha anche quello di non essere in grado di fornire quelle che un tempo si chiamavano garanzie. Ma intanto nel Partito Democratico siciliano è già iniziata la cavalcata degli ex. A capeggiarla: Giovanni Panepinto, che recentemente ha chiamato a raccolta gli sconfitti delle ultime regionali per una riunione urgente a Palermo. “Sembriamo studenti fuori corso”, ha scherzato Panepinto, a cui non fa certamente difetto il senso dell'umorismo. Ma sotto i riflettori l'ex sindaco di Bivona ha posto la questione dello spazio privilegiato che quelli come lui hanno necessità di riconquistare all'interno del Pd. E qui si inserisce la questione della presenza in posizioni importanti nelle liste delle prossime nazionali. Lo spazio come detto più che risicato è risicatissimo. Tra parlamentari uscenti e luogotenenti renziani, possibilità sembrano essercene piuttosto poche. Panepinto e soci oltre che per se stessi dicono di temere per la dispersione del patrimonio elettorale conquistato a fatica nel corso degli anni. E questo, in tutta onestà, sul piano politico è sicuramente un problema piuttosto serio. Il punto centrale è che in Sicilia i posti disponibili con l'uninominale, per un seggio tra Camera e Senato, sono 77. Poi ci sono gli scranni che saranno assegnati col proporzionale, col discusso sistema delle liste bloccate. Dove, di fatto, vorrebbero andare tutti. Difficile accontentarli. E così alla ricerca di una collocazione significativa dalle nostre parti c'è il senatore Giuseppe Marinello, che come si sa ha deciso di restare leale fedele accanto ad Angelino Alfano (che non si ricandiderà) e Beatrice Lorenzin. Marinello vorrebbe farsi un altro giro, come si dice in gergo politico quando ci si riferisce ad una legislatura quinquennale. Ma la concorrenza è altissima. I gruppi satellite del Pd hanno molto appetito. L'ex ministro Cardinale naturalmente ha già avuto garanzie per la figliola, e figuriamoci, ma deve anche dare soddisfazione a diversi suoi luogotenenti, tra i quali vanno annoverati gli agrigentini Michele Cimino e Salvatore Cascio, sconfitti di lusso alle ultime regionali nella lista di Siclia Futura. C'è poi da fare contenti anche Rosario Crocetta e altri nomi importanti, tra cui il leader di Italia dei Valori Ignazio Messina. Nulla di strano se alla fine Marinello possa finire candidato in qualche collegio del “continente”. Si dice anche che il Pd voglia candidare Nuccio Cusumano. Il quale al nostro telegiornale di schermisce: “Non ne so nulla”. Anche perché i chiari di luna per il centrosinistra sembrano tutt'altro che rassicuranti. Ci sarà sicuramente poco per appetiti localistici nella lista Liberi e Uguali con Pietro Grasso, come dimostra il presunto orientamento di un cavallo di razza come Angelo Capodicasa di non riprovarci. Gruppo di Grasso che punta tutto sul proporzionale, non ritenendo di avere grosse possibilità nell'uninominale. Nell'Udc alleato del centrodestra si annuncia l'ennesima scalata vincente per Peppe Ruvolo, tornato nella casa madre dopo aver orbitato per anni nel giglio magico targato “patto del Nazareno”, tra Renzi e Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle ha iniziato a vagliare le autocandidature nella piattaforma Rousseau. A Sciacca si sono proposti Rosy Abruzzo e Antonella Di Prima per la Camera, Mario Di Giovanna, e Dorenzo Navarra per il Senato. Altri nomi locali ce ne sono, ma al momento vige il mistero. Si parla di Giacomo Fauci, Alfonso Tulone e Nino Vitale. Ma non c'è ancora alcuna conferma ufficiale. Se ne saprà di più nei prossimi giorni