E’ stata la Guardia Costiera di Sciacca ad intervenire nelle località Lido e San Marco Maragani rimuovendo le due imbarcazioni fatiscenti che erano arrivate a riva per effetto delle correnti marine che sono state trainate al porto in attesa del loro smaltimento. Più complicata la rimozione degli altri barchini che si sono arenati in punti più difficili da raggiungere via mare. Peraltro la competenza è dell’Agenzia delle Dogane che, ovviamente si trova a gestire tutta la costa meridionale e, in primo luogo, Lampedusa dove sono centinaia le imbarcazioni di fortuna utilizzate per l’approdo e poi abbandonate e accatastate.
I costi di smaltimento sono rilevanti ed è questa la ragione per la quale nel tempo si è generato un “cimitero di barchini” lungo tutta la costa agrigentina più volte denunciato da Mareamico che ha sollecitato le autorità competenti ad intervenire ponendo la questione dell’inquinamento ambientale. Succede anche questo nel contesto di una emergenza senza fine, in cui gli sbarchi si susseguono e non solo a Lampedusa. Ieri quarantacinque migranti provenienti dalla Tunisia sono sbarcati sulla spiaggia Calamoni a Favignana, con l’amministrazione che si è trovata ad affrontare la prima accoglienza degli extracomunitari poi trasferiti a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza a Trapani. Proprio da Favignana è arrivato un valido esempio di come trasformare un problema in una risorsa.
Hanno chiesto ed ottenuto che una delle imbarcazioni sequestrate nell’ambito delle attività di contrasto all’immigrazione clandestina venisse recuperata e affidata al comando della polizia locale. Imbarcazione che è diventata il mezzo per svolgere l’attività di controllo delle coste e di tutela dell’ambiente per il quale la polizia municipale di Favignana disponeva soltanto di gommoni. L’imbarcazione era stata sequestrata cinque anni fa dal Circomare di Sciacca.