il processo di concessione al Comune? È questa la domanda che circola da qualche giorno dopo che il quotidiano “La Sicilia” ha pubblicato l'elenco di diciannove beni di proprietà della Regione tuttora in vendita con l'obiettivo di ridurre il debito. Non è da ora che Palermo non riteneva più le Terme un bene strategico, e questa non è una novità. Ma si pensava che dopo la decisione di affidare tutto al comune affinché sia l'ente locale a cercare il partner privato, le Terme fossero uscite da questo elenco. E invece no. Il patrimonio (stabilimento, ex convento di san Francesco e antiche terme selinuntine) è tuttora annoverato sul sito Sicilia Patrimonio Immobiliare (società peraltro essa stessa in liquidazione) tra quelli per i quali si cerca un compratore. L'assessore reginale all'Economia Gaetano Armao ha annunciato che sarà il presidente Musumeci in persona a decidere l'ordine di priorità dei beni da vendere. Fermo restando che per un bene in vendita ci vuole un compratore. E non c'è certamente la fila davanti gli uffici regionali. Ma il punto è un altro: quando si completerà la cessione dei beni termali al comune? Quando sarà effettuata la consistenza dei beni? Sappiamo che Francesca Valenti ha già chiesto alla Regione certezze sui tempi. Ovvero: se la cessione al comune dei beni tuttora esclusi (tra cui le stesse stufe di San Calogero) dovesse avvenire a breve, allora si aspetterà per scrivere il famoso bando. Altrimenti forse è il caso di cominciare a lavorare. Sempre che le Terme escano dall'elenco dei beni in vendita. Forse è proprio vero: ancora una volta alla Regione siciliana la mano destra non sa cosa faccia la mano sinistra.