quello di declassare l'ospedale di Sciacca da Dea di primo livello ad ospedale di base". È, questo, solo uno dei passaggi contenuti in un esposto firmato da portavoce e coordinatore del Comitato civico per la Sanità Ignazio Cucchiara e Franco Giordano e sottoscritto da sindaci e amministratori di 14 comuni del comprensorio che afferisce al "Giovanni Paolo II". Esposto inviato oggi alla procura della Repubblica di Sciacca e alla procura regionale della Corte dei Conti di Conti e nel quale si ripercorre la storia recente del "Giovanni Paolo II", fino al 2009 azienda ospedaliera. La bozza di disegno di legge uscita nei giorni scorsi dall'assessorato, al netto delle successive smentite, nel separare gli ospedali di Sciacca e Ribera e nel declassare l'ospedale di Sciacca a ospedale di base, "non tiene conto - si legge nell'esposto - del limite temporale entro il quale, per i pazienti in gravi condizioni, occorre raggiungere il Dea di primo livello".
L'esposto poi elenca le criticità dell'ospedale, sintetizzandoli in 6 punti: dalla mancata attivazione (dopo 4 anni) di Neurologia e Stroke Unit al funzionamento a dir poco a singhiozzo della seconda delle due sale di Emodinamica. Recentemente un guasto tecnico aveva peraltro interessato anche il funzionamento della prima sala, con il conseguente blocco del servizio ed esposizione a rischio di potenziali pazienti. Seconda sala interessata peraltro da lavori edili tuttora sospesi, mentre non risulta nemmeno utilizzato il nuovo angiografo (costato mezzo milione di euro e ancora imballato).
Più corposo il capitolo delle criticità riguardante il servizio psichiatrico di diagnosi e cura, con un Centro Salute Mentale e un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura scesi dagli 11 dirigenti medici in servizio nell'anno 2000 agli attuali 4 dirigenti medici: 2 per il Centro Salute Mentale (che opera sul territorio), e 2 per il reparto di Psichiatria in ospedale, con questi ultimi che devono garantire la presenza diurna per 6 giorni la settimana, con gravi conseguenze evidentemente anche per gli infermieri. Eppure sono diecimila le cartelle ambulatoriali aperte al Centro di Salute Mentale. Tra medici ed altri operatori 23 anni fa al Centro Salute Mentale operavano 27 persone, oggi sono solo 8. Tra di loro ci sono 2 infermieri, uno psicologo e un assistente sociale in servizio a giorni alterni. Viene denunciata poi la situazione del modulo dipartimentale comprendente i distretti di Sciacca, Ribera e Bivona, con un numero insufficiente e ben al di sotto di quello previsto in organico, con difficoltà insormontabili.
Viene poi evidenziata la difficoltà dell'Oncologia, che come abbiamo denunciato qualche giorno fa oggi si compone di appena un medico (peraltro da anni è lui il responsabile pur senza avere mai ricevuto alcuna nomina) che deve gestire 300 chemioterapie e 150 visite ambulatoriali al mese. E ancora: i reparti senza primari e i primari senza reparti, che il Comitato definisce "una vera e propria caratteristica dell'ospedale di Sciacca): dal direttore facente funzione da 4 anni in Anestesia e rianimazione al mancato espletamento dei concorsi per primario in Medicina interna, Chirurgia generale e Pediatria. "A chi giova la nomina di facenti funzione per periodi limitati e in alcuni casi con ricorrenti proroghe nel corso degli anni", si domandano dal comitato. Ma non è tutto. Risulta vacante il posto di direttore sanitario dell'ospedale di Sciacca, mentre ci sono primari senza reparto in Urologia e Ortopedia, reparti definiti "volutamente virtuali" che, pur gestendo ambulatori chirurgici dove si eseguono interventi ad altissimo rischio per chi vi opera e per i pazienti, hanno dotazioni di personale medico definite risibili. Sulla Pediatria si denuncia che 4 anni dopo la pubblicazione del bando di concorso recentemente i quattro partecipanti ammessi alla prima prova scritta, nel giorno della convocazione si sono sentiti dire che la prova andava sospesa e rinviata perché, dopo 4 anni, non era stata ancora effettuata la valutazione dei titoli.
Il sesto punto denunciato dal Comitato Sanità e dai 13 sindaci è quello dei cosiddetti "medici pellegrini", con i pediatri in servizio ad Agrigento e a Sciacca chiamati a garantire presenze notturne nelle strutture semplici di Canicattì e Licata, dove l'attività di ricovero è ridottissima e il numero di operatori (medici e infermieri) è molto basso. Eppure questi reparti, a garanzia del mantenimento dei rispettivi punti nascita, continuano a funzionare con turni notturni garantiti inizialmente dai pediatri del San Giovanni di Dio, successivamente (e con maggiore frequenza) da quelli di Sciacca, al di fuori - denunciano dal comitato - dei normali turni di reparto e attingendo a forme di retribuzione straordinaria per la progrmmazione ordinaria dei turni di reparto, cosa espressametne vietata dai vigenti accordi contrattuali".
La nota conclude che a Sciacca mancano i Livelli Essenziali di Assistenza e dei tempi di attesa, e si sottopone alle procure la crescebte caduta dell'ospedale di Sciacca dal momento in cui lo stesso, da Azienda ospedaliera, è diventato semplice presidio alle dipendenze dell'Asp di Agrigento. Esposto che si conclude citando le recenti dichiarazioni della deputata regionale Margherita La Rocca Ruvolo, che riferendosi all'inchiesta su Totò Cuffaro quando, in un negozio di abbigliamento, questi incontrò Michele Aiello, titolare di una clinica privata e prestanome di Bernardo Provenzano, ha detto: "Nessuno pensi di tornare a parlare di sanità e nomine nel retrobottega di qualche negozio, le decisioni sulla salute dei siciliani devono essere assunte in modo trasparente e concertato".
Sull'esposto ci sono le firme degli amministratori di Alessandria della Rocca, Burgio, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Santa Margherita di Belice, Santo Stefano Quisquina, Sambuca di Sicilia, Sciacca e Villafranca Sicula.