I sindaci di 14 comuni del comprensorio che afferisce all'ospedale di Sciacca hanno annunciato ieri una nuova protesta, in programma questa volta sabato 28 ottobre nella corte del "Giovanni Paolo II". Fabio Termine ha nuovamente attaccato il manager Mario Zappia: "Da quando sono sindaco ho provato a discutere con lui, ma non ci sono riuscito, l'unica volta che mi ha chiamato è stato per dirmi che dovevo cercare una casa per i medici argentini". Sullo sfondo le criticità dell'assistenza ospedaliera, con un ospedale non solo che non è mai diventato quel Dea di primo livello che avrebbe dovuto essere già dal 2019, ma che sulla base della bozza di disegno di legge apparentemente sfuggita dagli uffici di piazza Ziino e che Giovanna Volo si è affrettata a liquidare come ipotesi di studio, rischia di essere declassato ad ospedale di base. I rappresentanti delle amministrazioni comunali presenti (sindaci e assessori) hanno ribadito la loro volontà di essere alla manifestazione di protesta, soprattutto perché non si tratta solo certo di un'iniziativa simbolica. Alla manifestazione di ieri non era presente il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo, fuori sede per un impegno istituzionale, ma non c'era neanche un suo assessore. Durissimo anche l'attacco di Margherita La Rocca Ruvolo, che ormai è protagonista di un muro contro muro che sta diventando un problema per lo stesso Schifani a Palermo. Sulla questione sanità, con grande coraggio, la parlamentare forzista sta attaccando sempre più frontalmente l'ex governatore Cuffaro e il suo collega di Sala d'Ercole Carmelo Pace.
E mentre con Alessandro Capurro l'associazione Orazio Capurro torna a dire la sua invocando nuovamente il riconoscimento per l'ospedale di Sciacca di azienda ospedaliera autonoma, obiettivo che potrebbe essere alla portata anche grazie all'eccellenza della Banca del cordone ombelicale, il governo della Regione non sembra affatto intenzionato a prorogare gli incarichi ai commissari straordinari in scadenza il 31 ottobre. Ipotesi, questa, fatta aleggiare nei giorni scorsi al nostro Telegiornale da Carmelo Pace. Schifani ha già detto di no. Il primo novembre l'Asp avrà un nuovo manager. Sembra difficile che possa essere nuovamente nominato Mario Zappia, ma non è possibile escludere alcuno scenario. Rimane sul tappeto il problema principale della sanità pubblica, che è quella dalla quale i medici fuggono a gambe levate perché attratti dal privato. Eppure i politici sembrano molto più interessati a piazzare i propri uomini di fiducia al vertice dei vertici.