e la necessita di riprendere immediatamente la stagione irrigua. Si prospetta, infatti, un animato dibattito sulla sanità dopo la conferenza stampa dei sindaci della scorsa settimana e l’esposto denuncia alla Procura che tante polemiche ha generato. I consiglieri di opposizione hanno ufficialmente chiesto, questa mattina, che il sindaco Fabio Termine intervenga in aula sulla questione inerente le deficienze organizzative e la carenza di personale dell’ospedale di Sciacca che si protrae da diversi anni divenendo oggi ormai insostenibile con gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini. Ma è sull’esposto firmato da alcuni sindaci, e tra questi Fabio Termine che l’opposizione chiede chiarimenti, lamentando peraltro il fatto che il Consiglio Comunale non sia stato preventivamente messo al corrente della scelta compiuta dal sindaco di Sciacca. Già sabato scorso la Dc, con il coordinatore cittadino Giuseppe Milioti, aveva parlato di ennesimo scivolone da parte del sindaco che ha assunto decisioni autonome senza informare i consiglieri e perseguendo, secondo il responsabile dello scudocrociato, un atteggiamento che altro non produce se non litigi e divisioni.
Facile prevedere il tenore del dibattito questa sera in aula Falcone-Borsellino che andrà probabilmente oltre le problematiche a tutti note dell’ospedale di Sciacca.
In un clima che, peraltro, risente anche dell’atteso pronunciamento del Consiglio di Giustizia Amministrativa sul ricorso elettorale presentato da Ignazio Messina, il Consiglio Comunale dovrebbe avviare la discussione generale che porterà la prossima settimana all’esame ed approvazione del bilancio, mentre questa sera all’ordine del giorno c’è il Documento Unico di Programmazione.
La commissione consiliare bilancio intensificherà in settimana le sedute per poter avviare lunedì 23 ottobre l’esame del documento. C’è la questione dell’integrazione oraria dei lavoratori precari, per la quale l’amministrazione ha assunto impegni solo per due mesi, così come altre modifiche alla proposta della giunta che potrebbero confluire in un maxi ermendamento al bilancio condiviso da maggioranza e opposizione, ammesso che il clima politico non diventi incandescente.