nei giorni scorsi con apposita delibera firmata dal commissario straordinario di quell'azienda ospedaliera, il dottor Fabrizio De Nicola. Altri quaranta quelli assunti a tempo indeterminato dal responsabile dell'azienda ospedaliera “Garibaldi” di Catania Giorgio Giulio Santonocito. Lavoratori naturalmente in possesso dei requisiti utili alla loro uscita dallo stato di precariato. Ambizione, questa, comune a tante altre risorse umane che aspettano da tempo lo stesso riconoscimento. Altre Asp, in ossequio alle facoltà concesse ai rispettivi manager dall'assessorato regionale alla Sanità, hanno fatto la stessa cosa, stabilizzando anche un buon numero di medici ospedalieri. Professionisti che, per esempio, altri ospedali tra cui lo stesso Giovanni Paolo II di Sciacca, hanno dovuto fare a meno, dopo che hanno trovato l'opportunità di un'assunzione a tempo indeterminato presso altre strutture. Il commissario straordinario dell'Asp di Agrigento Gervasio Venuti al momento ha potuto autorizzare fin qui la stabilizzazione ancora di pochissime figure professionali dei diversi ospedali da lui amministrati. Tra queste quella del dirigente medico di oncologia del Giovanni Paolo II Domenico Santangelo. Stabilizzazione da lui ottenuta solo dopo il rischio che andasse a lavorare all'Asp di Catania, che aveva effettuato lo scorrimento di una vecchia graduatoria garantendogli l'immissione in ruolo a tempo indeterminato. L'altro medico di quel reparto, la dottoressa Gabriella Bini, si è già dimessa dall'Asp di Agrigento, perché è stata assunta a tempo indeterminato a Palermo. Sono ancora “caldi” i casi di altri due medici dell'area di Emergenza (i medici Impastato e Ferraro) che sono stati assunti dall'Asp di Trapani e che oggi sono stabili al pronto soccorso di Castelvetrano. Esempi quasi paradigmatici di una situazione di difficoltà che ancora permane da queste parti, con conseguenze dirette sulla qualità del servizio sanitario agrigentino, tanto più che è oltremisura faticoso poter sostituire questi professionisti. In più occasioni il commissario Gervasio Venuti, a cui va sempre riconosciuto quanto meno il merito di non avere mai cercato di minimizzare i problemi, ha evidenziato che l'Asp agrigentina è reduce da una condizione un po' più complicata di quelle degli altri ospedali siciliani, riferendosi alla sostanziale assenza di graduatorie utili da cui attingere in un'ottica di assunzioni a tempo indeterminato, considerato che ad Agrigento non si facevano concorsi da tempo immemore. A margine della sua conferenza stampa di fine anno Francesca Valenti non ha nascosto la sua insoddisfazione, annunciando il ricorso ad una battaglia “in stile Girgenti Acque” per ottenere il giusto riconoscimento nei confronti della sanità pubblica sul territorio. Venuti ha risposto confermando il proprio impegno, chiedendo però tempo. Oggi il sindaco fa sapere al nostro Telegiornale che chiederà al commissario straordinario un nuovo incontro per fare il punto della situazione, anche sul piano dell'adeguamento infrastrutturale. E a proposito di situazione dei singoli reparti, sarà indetta a breve la gara per migliorare l'attività diagnostica presso il reparto di nefrologia e dialisi. Sarà un anno importante, quello appena cominciato, perché il nuovo Governo Musumeci ha già fatto sapere che sta lavorando ad una nuova rete ospedaliera, dopo quella faticosamente approvata dall'ex assessore Gucciardi. Il nuovo inquilino di piazza Ziino Razza ha detto che non saranno ammessi reparti doppione in pochi chilometri. Insomma: o Sciacca e Ribera si mettono d'accordo, oppure il rischio sarà quello di perdere tutto.