rende pubblicamente noto quanto da giorni si sussurrava, ovverosia che sarebbe saltata la data del 28 ottobre fissata appena la scorsa settimana per l'atteso sit-in di protesta dei primi cittadini del comprensorio che afferisce all'ospedale "Giovanni Paolo II". Manifestazione già riprogrammata per un'altra data, nella fattispecie quella di venerdì 10 novembre alle ore 10. Non è data sapere la ragione ufficiale dello slittamento. Si sa da giorni, e d'altra parte il diretto interessato lo aveva dichiarato pubblicamente al nostro Telegiornale, che il capogruppo del Pd all'Ars Michele Catanzaro, che avrebbe voluto partecipare alla manifestazione, proprio il 28 ottobre era impegnato fuori dalla Sicilia, . Forse il motivo è questo, forse ce ne saranno altri, a questo punto non ha più molta importanza. La manifestazione, che giunge due mesi dopo quella che vide i sindaci con tanto di fascia tricolore protestare al "San Giovanni di Dio", per poi andare alla conferenza dei sindaci che improvvisamente fu convocata da Franco Micciché ad Agrigento, punta a ribadire il malcontento generale sulle condizioni in cui si trova ad operare l'ospedale di Sciacca, Dea di primo livello solo sulla carta. Il Comitato civico per la Sanità ha preso atto di questo slittamento di data. I suoi componenti saranno presenti il 10 novembre. Ritengono, come più volte hanno evidenziato il portavoce Ignazio Cucchiara e il coordinatore Franco Giordano, che occorra tenere accesi i riflettori sullo stato in cui si trova l'ospedale di Sciacca, e che i protagonisti della battaglia debbano essere i sindaci, che sono le figure che detengono il ruolo più importante sul piano della rappresentanza e della autentica interlocuzione istituzionale.
E dopo le polemiche della scorsa settimana sulle firme prima apposte e poi ritirate dalla maggior parte dei sindaci dall'esposto alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti sui disservizi dell'ospedale preparato dal Comitato, oggi non può sfuggire che la nota in cui viene indicata la nuova data per la manifestazione programmata durante la conferenza stampa della scorsa settimana in Sala Blasco, contiene l'adesione di diciannove primi cittadini, quasi la metà dei comuni dell'intero territorio provinciale. Tra costoro anche quelli che non si pensava certo potessero guardare all'ospedale di Sciacca come luogo privilegiato di rappresentanza sanitaria sul territorio, tra cui Joppolo Giancaxio, San Biagio Platani e Siculiana. Ma tra i firmatari c'è anche Matteo Ruvolo, sindaco di Ribera, assente alla conferenza stampa della scorsa settimana. Poi oltre a Fabio Termine e Margherita La Rocca Ruvolo a invitare le comunità alla manifestazione di protesta del 10 novembre sono anche Giovanna Bubello di Alessandria della Rocca, Milko Cinà di Bivona, Enzo Galifi di Burgio, Calogero Cattano di Caltabellotta, Santino Borsellino di Cattolica Eraclea, Francesco Martorana di Cianciana, Domenico Migliara di Joppolo Giancaxio, Salvatore Dazzo di Lucca Sicula, Vito Clemente di Menfi, Giovanni Cirillo di Montallegro, Giuseppe Cacioppo di Sambuca di Sicilia, Salvatore Di Bennardo di San Biagio Platani, Gaspare Viola di Santa Margherita di Belice, Francesco Cacciatore di Santo Stefano Quisquina e Giuseppe Zambito di Siculiana.
Sindaci che dunque hanno ritrovato le ragioni dell'unità, dopo quanto accaduto sull'esposto, e anche con qualche considerazione sopra le righe finita nella chat dei primi cittadini e che hanno visto Margherita La Rocca Ruvolo replicare a muso durissimo, soprattutto in merito all'accusa di essere stata lei a redigere l'esposto denuncia. Questione, quella dell'esposto, che sta vedendo al centro dell'attenzione un durissimo scontro istituzionale tra lei e il capogruppo della Dc Carmelo Pace, che si è sentito in qualche maniera destinatario dell'attacco, in un clima che si è infuocato dopo le dichiarazioni dell'ex sindaco di Ribera (confermate poi in aula) sull'ormai celebre "tavolo ristretto" della maggioranza che aveva suscitato la dura reazione della La Rocca Ruvolo.
La situazione sull'ospedale di Sciacca è ormai notissima: Dea di primo livello solo sulla carta (anche se Zappia al nostro Telegiornale ha respinto le critiche a lui rivolte), è notizia di ieri il nuovo stop all'unica Emodinamica disponibile (la seconda sala non lo è da tempo). Stamattina un cittadino ha denunciato che una visita da lui regolarmente prenotata per una branca specialistica gli è stata annullata telefonicamente perché il medico è andato in pensione e non ce n'è un altro per sostituirlo. Solo che questo non basta a metterlo al riparo da possibili sanzioni nel caso in cui non sia lui stesso a comunicare al Cup l'annullamento della visita. Come dire che tra uffici dell'Asp la mano destra non deve sapere cosa faccia la mano sinistra. Solo uno dei numerosi esempi di burocrazia esasperata in un clima nel quale la Sanità avrebbe bisogno di risolvere i problemi, non certo di generarli.
Intanto, sulle nomine dei dirigenti della sanità, Schifani ha criticato quelli che ha definito "teatrini" da lui appresi dai giornali, annunciando che il governo esaminerà i curricula di tutti i 49 dirigenti che sono stati condivisi dalla commissione che ha lavorato con grande rigore e che è composta e presieduta da persone di grandissimo rilievo, esperienza e garanzia di terzietà".