e gli emendamenti al disegno di legge 124 del 2023, depositati in parlamento dal deputato nazionale Calogero Pisano per il reperimento delle risorse necessarie per realizzare lo scalo, ma siamo ben consapevoli che, per non ripetere gli errori che nel passato hanno vanificato ogni sforzo delle istituzioni preposte alla realizzazione dell’importante infrastruttura, sia prioritario e inderogabile l’inserimento dello scalo agrigentino nel Piano Nazionale degli Aeroporti, redatto dall’Enac ed al vaglio del Ministero delle Infrastrutture”. Così il presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Agrigento, Rino La Mendola, torna sulla vicenda aeroporto confermando le posizioni recentemente espresse dall'ordine. Al di là delle tante iniziative, portate avanti con merito da comitati cittadini e da esponenti politici impegnati sul tema, secondo gli architetti per la concreta realizzazione dell’aeroporto, è importante procedere con ordine, secondo una tabella di marcia, divisa in due fasi: la prima da avviare immediatamente,e una seconda fase subordinata al buon esito della prima e al reperimento delle risorse necessarie per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori. La prima fase è quella della programmazione, e dunque individuazione certa e ben definita del sito; redazione di uno studio di massima, completo di report aggiornato sulla sostenibilità economica e gestionale dell’aeroporto, e inserimento dello scalo nel Piano Nazionale degli Aeroporti. La seconda fase è invece quella della progettazione ed esecuzione dei lavori, e dunque affidamento, a professionisti esperti, del progetto di fattibilità tecnica ed economica, acquisizione dei pareri di rito; redazione, verifica e validazione del progetto esecutivo e successivo appalto dei lavori o, in alternativa, vista la natura delle opere da realizzare, affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori; infine, esecuzione e collaudo dei lavori. Nell’ipotesi in cui i passaggi sopra elencati vadano a buon fine senza imprevisti, prosegue La Mendola, stimiamo tempi non inferiori a cinque anni per l’auspicata posa della prima pietra. Tutto ciò sarà comunque possibile solo se i nostri rappresentanti istituzionali e politici, a prescindere dal colore dei rispettivi schieramenti, lavoreranno all’unisono, sostenendo l’avvio immediato della prima fase e abbandonando quei veti incrociati (più o meno palesi) che, nel tempo, hanno impedito la realizzazione dell’infrastruttura, tarpando le ali allo sviluppo socio-economico della nostra terra, conclude l'ordine degli architetti.