c'erano circa una ventina di pazienti in sala d'attesa. A dodici di loro l'unico medico disponibile, il dottor Domenico Santangelo, responsabile dell'unità, doveva somministrare la chemioterapia. I restanti pazienti invece dovevano essere sottoposti a visita ambulatoriale. La figlia di uno di questi pazienti si è rivolta alla nostra emittente per denunciare la grave condizione di una unità operativa dipartimentale che, come è noto, da qualche settimana si è ridotta ad un solo medico in servizio. Vicenda nei confronti della quale l'Asp aveva annunciato un provvedimento urgente di mobilità, disponendo il rafforzamento dell'assistenza grazie all'ausilio di oncologi degli altri ospedali della provincia, chiamati a garantire turni di servizio a Sciacca tre volte la settimana. Già lunedì 16 ottobre il medico aggiunto è arrivato in reparto solo dopo le ore 10. Stamattina si è presentato alle 10,30. Turni di lavoro aggiuntivi che, probabilmente, scattano dal momento in cui viene registrata con il badge la presenza nell'ospedale di provenienza. Ora di lavoro che, dunque, deve necessariamente tenere conto del tragitto stradale da coprire. Situazione che è piuttosto rivelatrice, nel caso ce ne fosse stato bisogno, di quanto sia complicata, anche per evidenti ragioni infrastrutturali, la possibilità di spostare medici da un reparto all'altro, da un nosocomio all'altro. In un reparto così delicato come l'Oncologia i problemi diventano esponenziali. Al "Barone Lombardo" di Canicattì gli oncologi in servizio sono 3, ad Agrigento 6, poi ci sono due medici che si occupano delle visite ambulatoriali. Un concorso è stato bandito nel 2021 ma non è stato ancora espletato.
Una condizione, quella dell'Oncologia, che è solo una delle criticità attuali del "Giovanni Paolo II", soltanto l'ultima di una lunga serie, con un numero sempre più esiguo di operatori sanitari, con - per citare il Comitato civico per la Sanità - reparti senza primari e primari senza reparto. Nelle scorse ore si è appreso che il management dell'Asp di Agrigento ha nominato il nuovo direttore del reparto di Pediatria, ruolo che risultava scoperto da ben otto anni. Ma per un primario che arriva, un altro torna a lavorare a mezzo servizio. Sarà il dottor Tulumello, direttore dell'Ortopedia di Sciacca, a sostituire (tre giorni a settimana) il suo collega Palmisciano, che ha deciso di dimettersi dal "San Giovanni di Dio" di Agrigento. Insieme a Palmisciano a rassegnare le dimissioni sono stati altri 2 medici. Si profila, dunque, una condivisione nella direzione delle due ortopedie da parte dello stesso primario, sulla scia di quanto già accaduto con il primario del Pronto soccorso di Sciacca Galizia, chiamato a gestire anche l'area di emergenza ad Agrigento. Vicenda, quest'ultima, che vede il presidente dell'associazione Orazio Capurro Alessandro Capurro evidenziare pubblicamente che non è più il mantenimento del Dea di primo livello il problema più importante per Sciacca, almeno fino a quando il "Giovanni Paolo II" continuerà a fare parte dell'Asp di Agrigento.
Intanto si avvicina la scadenza degli attuali mandati di manager e commissari straordinari delle Asp siciliane. Il presidente della Regione Schifani ha detto che si stanno esaminando i curriculum dei 49 aspiranti ad un ruolo di dirigente. Con la necessità di provvedere anche alle nomine contestuali di direttori amministrativi e sanitari, difficilmente si farà in tempo a nominare i nuovi manager entro la fine di ottobre. Alla fine lo slittamento dei tempi sembra inevitabile. Vicenda attorno alla quale, naturalmente, la maggioranza di centrodestra è in fibrillazione. E nel frattempo sono in corso i preparativi per il sit in di protesta dei sindaci all'ospedale di Sciacca in programma il 10 novembre. Per venerdì 27 ottobre alle 19 il Comitato civico per la Sanità e il Rotary hanno organizzato un incontro pubblico con l'avvocato Ignazio Cucchiara e il dottor Damiano Abate per parlare di depauperamento dell'ospedale di Sciacca. Incontro pubblico in programma nella chiesa della Perriera.