Comincerà a lavorare nello staff di ingegneri al servizio di una società internazionale che ha ricevuto delle commesse proprio nella capitale dell'Arabia Saudita. Un fatto che suggella, a 16 mesi dalla vittoria delle elezioni amministrative di Fabio Termine, la conclusione della sua esperienza politica e amministrativa al comune di Sciacca. Fisco è un ingegnere, e dopo l'impegno politico vuole tornare a fare il suo lavoro. Ne ha naturalmente ogni diritto. Sul piano formale, tuttavia, non rassegnerà subito le dimissioni. Lo farà non appena sarà stato individuato il suo successore. Questione questa di cui, per ovvie ragioni (e d'altra parte da tempo aveva rimesso il mandato di segretario cittadino del Partito Democratico) si occuperanno altre persone. La questione non è di semplice soluzione. Quello che dovrà profilarsi sarà un avvicendamento all'interno dell'amministrazione. Il PD, ma a quanto pare l'intera coalizione politica che guida la città (in accordo giocoforza col sindaco in persona Fabio Termine), si è dato un metodo di lavoro piuttosto rigido, che è il seguente: allo scopo di valorizzare tutte le risorse che si sono spese nella campagna elettorale, le sostituzioni di eventuali assessori dimissionari terranno conto dello scorrimento della lista che ha partecipato alle ultime elezioni. Sulla base di questa regola, il più accreditato per sostituire Gianluca Fisco è Antonino Certa. Il quale, in caso di accettazione (e sempre sulla base della regola interna) si dimetterebbe per lasciare lo scranno consiliare al primo dei non eletti, che è Giuseppe La Bella. In caso di rinuncia di Certa si passerebbe a Giuseppe Ruffo (peraltro entrato a Sala Falcone Borsellino grazie alle dimissioni di Valeria Gulotta), e in caso di rinuncia di quest'ultimo allo stesso La Bella, e così via. Una regola di fronte alla quale i dirigenti del Pd appaiono particolarmente rigidi. A partire dallo stesso deputato regionale Michele Catanzaro e dal segretario provinciale Simone Di Paola, per i quali la parola d'ordine rispetto a questa vicenda è lealtà e mantenimento dei patti.
Una situazione ben delineata, dunque, e che sembra escludere soluzioni diverse, come potrebbe apparire l'ipotesi dell'innesto in giunta di Simone Di Paola, che avrebbe una connotazione politicamente assai significativa. Va nella stessa direzione la dichiarazione fatta via social da Filippo Marciante, presidente della commissione regionale di garanzia del Pd, che si è chiamato fuori da una possibile trattativa. La discussione dentro il Pd è tuttora in corso. Sulla base del metodo di lavoro prescelto, se Certa è pronto a fare l'assessore, il posto di Gianluca Fisco spetterà a lui, e non ad altri. Questo metodo vale per l'intera coalizione, come detto, dunque anche per gli altri partiti. Alessandro Curreri, a cui un anno e mezzo fa era stato proposto il ruolo di assessore, ha preferito rinunciare per mantenere lo scranno di consigliere comunale. Non è superfluo ricordare che anche Salvino Patti, eletto consigliere, si dimise consentendo a Giuseppe Catanzaro di entrare in consiglio.
Eppure la questione Fisco potrebbe non essere risolutiva degli attuali assetti della giunta Termine. Si parla, infatti, di un possibile tagliando dell'intera squadra assessoriale. Le parole, per quanto all'opinione pubblica possano dare l'orticaria, sono sempre quelle: rimpasto o rimodulazione delle deleghe. Sembra una prospettiva già accettata all'interno della compagine di centrosinistra. È di tutta evidenza, e non è possibile non tenerne conto, che la questione si risolverà definitivamente dopo l'attesa decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa sul ricorso elettorale presentato da Ignazio Messina. Lo scorso 11 ottobre i giudici si sono riservati la decisione. Che potrebbe arrivare a fine ottobre. E allora l'intervista di bilancio della sua attività, a margine delle dimissioni che nel frattempo in ogni caso saranno arrivate, Gianluca Fisco la rilascerà in videoconferenza dall'Arabia Saudita.