è questo il monito della sede nazionale dell'Associazione Generale delle Cooperative, che ha deciso di interessare delle proprie preoccupazioni il prefetto di Agrigento. Un'iniziativa che scaturisce dal presunto pericolo, paventato dall'AGCI Agrital, che chi si aggiudicherà l'avviso pubblicato dal comune all'interno di una procedura aperta per l'affidamento dell'immobile, recentemente ristrutturato con fondi Feamp, non abbia i necessari prerequisiti di competenza né la giusta solidità finanziaria. C'è di più: per Agci Agrital il bando non stabilisce indicazioni chiare sulla destinazione d'uso dell'immobile, e di conseguenza ritiene che il futuro affidatario potrebbe disporre della struttura facendone altro, non essendo nel bando richiamata alcuna normativa vigente in materia di mercati ittici.
Il settore agro-ittico-alimentare di Agci tiene a precisare di rappresentare la tutela degli interessi generali del ceto peschereccio, che a Sciacca rappresenta una componente più che significativa della cittadinanza, ed in particolare della Cooperativa Fra Pescatori, che da oltre un secolo costituisce un caposaldo della economia, della occupazione e della produzione ittica regionale. Il prefetto è stato interessato per evitare che i pescatori di Sciacca vengano mortificati, disconoscendone ruolo e legittimi interessi. Si ritiene, da parte di Agci Agrital, che con la procedura avviata che peraltro scadrà il 31 marzo, si metterebbero a rischio i fondi pubblici con i quali è stato ristrutturato l’immobile. Se destinato ad usi diversi da quelli mercatali, i fondi Feamp ottenuti per ristrutturare il mercato ittico dovranno essere restituiti all'ente finanziatore. Per Agci Agrital bisogna riconoscere il valore strategico che a Sciacca avrebbe una struttura mercatale moderna e funzionante al servizio della collettività dei pescatori e, non in ultimo, per il rispetto della normativa vigente in materia di mercati ittici.
Agci aggiunge che la marineria di Sciacca non ha bisogno di un centro di stoccaggio a beneficio della posizione e del potere contrattuale di qualche commerciante, ma di un mercato ittico che rafforzi i produttori. Si chiede dunque, anche attraverso il ricorso al prefetto, che la procedura sia interrotta e che l’intera materia venga riesaminata per essere ricondotta nel solco della trasparenza e dell’interesse pubblico.