Arriva oggi dal sindaco Fabio Termine che evidenzia come sia importante esserci al corteo di venerdì prossimo per dimostrare di avere a cuore la sanità pubblica, per fare scudo e difendere l’ospedale della città e di un intero vasto territorio da un processo di continuo degrado. E’ questa, ribadisce Fabio Termine, la ragione per la quale tanti sindaci hanno deciso di mettersi assieme e di promuovere questa mobilitazione, aperta a tutti, ai Consigli comunali, alle Associazioni, ai Comitati Civici, alle Scuole, alle Organizzazioni Sindacali e di Categoria, alle Attività Commerciali e Imprenditoriali, ai singoli cittadini.
L’ospedale è di tutti e il nostro territorio non merita quello che da tempo sta accadendo, aggiunge il sindaco di Sciacca. Al contrario, merita una struttura non solo efficiente, con tutti i reparti funzionanti, con personale in numero adeguato, con strumentazione all’avanguardia, ma un ospedale d’eccellenza nel rispetto della sua storia e della sua lunga tradizione. L’appuntamento è per il 10 novembre in piazza Saverio Friscia, alle ore 10. In corteo attraversando il centro storico di Sciacca si concluderà in Piazza Angelo Scandaliato.
A commentare le ultime criticità che interessano il Giovanni Paolo II è oggi anche il movimento del sindaco Termine. In una nota diramata dal presidente di Mizzica Salvatore Palumbo si evidenzia come le vicende del reparto di ortopedia siano sovrapponibili a Sciacca e a Castelvetrano, con la differenza che al “Vittorio Emanuele II” sono riusciti ad avere due medici provenienti da Marsala evitando così la chiusura del reparto.
La gravità di quanto succede all’ospedale di Sciacca, aggiunge Mizzica, sta nel fatto che il problema viene costantemente sottovalutato e ignorato da chi ha la responsabilità di garantire la salute pubblica. In soli tre mesi, aggiunge il presidente Palumbo, abbiamo assistito alla carenza dei servizi al malato oncologico, alla vergognosa gestione del reparto di urologia, ai problemi nei reparti di emodinamica e chirurgia, al depauperamento di altri servizi essenziali al cittadino e, come se non bastasse, anche alla chiusura delle urgenze nel reparto di ortopedia. Tutto ciò per Mizzica equivale a dire che non si è più in grado di garantire le cure ai cittadini, costretti a ricorrere alla sanità privata e non è più un problema della sola politica o di alcune delle parti politiche, ma un problema di tutti i cittadini che vengono invitati a partecipare alla manifestazione del 10 novembre.