È questo l'importo rivendicato da Aica nei confronti del comune di Sciacca per tutte le utenze riconducibili all'attività municipale: uffici, scuole, palazzo di giustizia e così via. Una somma piuttosto elevata che gli uffici comunali a quanto pare intendono contestare. Tuttavia Aica ha già perfezionato l'incasso attraverso la compensazione di parte del prestito ponte che la Regione, in fase di avviamento, aveva ripartito ai comuni e che l'azienda deve restituire all'ente finanziatore, sempre attraverso i comuni.
Intanto al nostro Telegiornale il presidente dell'assemblea dei sindaci che sovrintende al funzionamento dell'Azienda Idrica Comuni Agrigentini Alfonso Provvidenza ha fatto notare che l'attività di Aica in generale deve migliorare, e che il Cda deve accelerare i tempi dei suoi adempimenti.
A proposito di comuni, Provvidenza poi ricorda che purtroppo non tutti hanno ancora metabolizzato il passaggio alla nuova gestione pubblica. Il comune di Licata, che sin dall'inizio ha contestato la nascita della società consortile, non ha mai versato nemmeno la quota sociale. Sono ben 16, e tra questi i comuni di Ribera, Palma di Montechiaro, Licata e Canicattì, quelli che non hanno utilizzato il prestito ponte garantito dalla Regione per l'avviamento del funzionametno di Aica. Un comune, Camastra, non ha mai aderito. A farlo, in sua vece, sarà un commissario straordinario nominato dalla Regione.
Al Cda, quello presieduto da Settimio Cantone, che non è certamente un burocrate ma un politico, e di lungo corso, Provvidenza dice: "Occorre un cambio di passo". Provvidenza poi rende merito della nascita della società consortile all'ex prefetto Cocciufa e all'ex sindaca di Sciacca Valenti. Tutto questo mentre Sciacca attende ancora l'avvio dei lavori (per i quali ci sono già 30 milioni di euro) della nuova rete idrica.