Cambiano le indagini e le classifiche, da parte di diversi enti, ma il risultato è sempre lo stesso: nell'agrigentino si vive peggio che nel resto d'Italia. Precisamente, secondo quanto hanno raccolto ItaliaOggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma nella consueta indagine sulla qualità della vita, la provincia di Agrigento si attesta al quartultimo posto, avvicinandosi sempre di più, di anno in anno, al fanalino di coda che è Crotone. Secondo il report, la situazione in provincia è, infatti, peggiorata: nel 2022 si trovava, infatti, all' quintultimo gradino. L'indagine, giunta alla 25 edizione, si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, tempo libero e turismo, reddito e ricchezza, in 14 sottodimensioni e 92 indicatori di base. Tenendo in considerazione tutti i questi fattori, Agrigento è, dunque, tra le realtà in cui è più difficoltoso andare avanti e ciò è sotto gli occhi di tutti. In primo luogo, lo si evince dallo spopolamento delle città, da parte, soprattutto dei giovani. A confermarlo, è anche un'altra indagine dell'Associazione Artigiani e Piccole Imprese che giusto ieri ha messo in evidenza che nel territorio della provincia di Agrigento il numero dei pensionati supera quello degli occupati. Nello specifico, 146mila sono gli agrigentini pensionati e solo 113mila quelli che hanno la fortuna di lavorare. Un dato, ad onor del vero, in linea con i numeri regionali. Mal comune mezzo gaudio? Non proprio. Quanto registrato ad Agrigento, con una popolazione che invecchia sempre più, le nascite al minimo e pochi posti di lavoro disponibili, è davvero drammatico. Numeri che dovrebbero indurre a riflettere, in primo luogo, la classe politica e dirigente.