Le aziende ambulanti siciliane nel 2014 erano 21356. In tutta l’Isola, dopo avere raggiunto il picco nel 2016 si è registrata una contrazione costante negli anni, sino al 2019, delle aziende ambulanti. Il trend si è stabilizzato nel triennio 2019-2021 a circa 18700 aziende per poi crollare nel 2022 a 17701 attività.
I dati elaborati da Confimprese sono tratti dall’Osservatorio del Commercio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Riteniamo che per ribaltare l’andamento negativo della situazione del commercio su aree pubbliche – ha dichiarato il presidente di Confimprese Palermo e coordinatore regionale di Confimprese Sicilia Giovanni Felice – sia necessario agire su una modifica radicale della concezione di mercato. Occorre lavorare sui siti dove si svolgono e sull’organizzazione degli orari.
Fermo restando il ruolo di commercio di vicinato che i mercati svolgono nelle periferie e nei piccoli comuni – continua il Presidente di Confimprese – è necessario individuare aree idonee che possono essere anche le piazze principali, dotate dei servizi di vigilanza e di sostegno al mercato ed ai consumatori, mentre nelle città capoluogo e nei grandi centri abitati bisogna lavorare sull’ipotesi di realizzare mercati in sede fissa che possano operare anche di domenica e di sera”.
Confimprese chiede alla Regione un intervento che consenta lo svolgimento di almeno 5 mercati straordinari l’anno, compreso il prolungamento degli orari fino a sera. L’auspicio è che questo progetto possa diventare legge regionale, ma nel frattempo, per potere sperimentare l’efficacia
di queste proposte, ai comuni vengono sollecitate aperture di mercati domenicali e di prolungare il loro orario alemno nel mese di dicembre.
Una crisi quella del comparto, della quale si ha contezza a Sciacca nell’ambito del mercatino settimanale di San Michele dove negli anni si è progressivamente ridotta la presenza di bancarelle.