Un semplice cambio di un componente della giunta diventa testimonianza di un rallentamento dell’attività amministrativa". È questo il punto di vista dei gruppi consiliari di centro destra di Sciacca, che oggi fanno notare come, da oltre 10 giorni, l’ex assessore Gianluca Fisco abbia rassegnato le sue dimissioni per motivi professionali, e da almeno venti giorni il comune di Sciacca sia sprovvisto di un assessore ai Lavori pubblici, figura importante per il buongoverno di una città.
Per i gruppi di Opposizione "questo rallentamento nel cambio di assessore è la testimonianza di un’assenza di chiarezza e solidità all’interno dell’amministrazione cittadina accusata di dimostrare inadeguatezza e di non avere di senso di responsabilità". Si domandano, i consiglieri che fanno parte dello schieramento opposto a quello che sostiene l'amministrazione, se forse ci sia altro in quello che considerano in ogni caso un ritardo immotivato.
Insomma: per i consiglieri quello che doveva essere un semplice avvicendamento, tra l’altro annunciato dallo stesso Fabio Termine durante una recente conferenza dei capigruppo consiliari, sta ritardando la piena operatività della giunta e, dunque, della buona amministrazione della città. "Auspichiamo - si legge in una nota odierna - che non vi siano nuovi dissidi interni alla coalizione che ha portato all’elezione del sindaco Fabio Termine, perché sarebbe un ulteriore segnale di indebolimento di un progetto politico ormai privo di contenuti e programmazione".
Opposizione che conclude il suo intervento odierno invocando chiarezza da Fabio Termine, e chiedendo che il sindaco ne dia comunicazione non solo al consiglio comunale, ma anche e soprattutto alla città.
La questione politica in effetti c'è. Sullo sfondo c'è quel metodo che, come tutte le cose che quando si programmano vanno apparentemente bene a tutti, si sta rivelando invece un limite. I bene informati riferiscono che il primo cittadino in persona sia in difficoltà, ma non tanto rispetto alla nomina (che però effettivamente è tuttora congelata) di Antonino Certa al posto di Gianluca Fisco, quanto, piuttosto, ad una sua specifica 'desiderata', quella di nominare anche Fabio Leonte assessore. Questione che non piace dentro il Pd.
Eletto nella lista Ferdinandea, giunto secondo dopo Giuseppe Ambrogio, Leonte avrebbe detto sì ad entrare in giunta ma no a dimettersi da consigliere per fare spazio al primo dei non eletti, che sarebbe Michele Bacchi. Il problema non si è nemmeno posto per Ambrogio, a cui secondo questo metodo sarebbe spettata una precedenza in quanto consigliere arrivato per primo nella lista, perché ha escluso categoricamente di lasciare lo scranno consiliare.
Insomma: la questione dello scorrimento della lista, come se si trattasse della graduatoria di un concorso, è però un dogma, e non solo dentro il Pd. Una deroga rischierebbe di far saltare gli equilibri. Lo stesso Alessandro Curreri era tra i papabili assessori della prima ora, ma rinunciò proprio perché posto di fronte alla necessità di consigliere comunale per far subentrare la prima dei non eletti. E, d'altronde, Fabio Termine ha fatto dimettere Salvino Patti, mentre Valeria Gulotta agevolò l'ingresso in sala Falcone Borsellino di Ruffo. Il prossimo ad entrare sarà Giuseppe La Bella. Anche perché che Certa entrerà in giunta non ci sono dubbi. Il sindaco vorrebbe qualcosa di più. Tipo Fabio Leonte ad Economia e finanze. Tuttavia, e oggi l'opposizione lo fa notare, il suo schieramento non è d'accordo. E Fabio Termine rischia di trovarsi seduto su una polveriera.