che verrà a lavorare all'ospedale di Sciacca. Accordo tra il professionista e l'Asp di Agrigento che fa dire al deputato regionale Carmelo Pace che il reparto è nella sua massima operatività. Oltre al dottor Irillo, due ortopedici del Civico di Palermo verranno a Sciacca due volte la settimana, per effettuare interventi chirurgici, mentre l'ambulatorio e la sorveglianza sanitaria potranno funzionare con uno specialista dell'ospedale "Giovanni Paolo II" già in pensione ma che rientrerà con un contratto libero professionale. Insieme a lui, a turno e per una settimana ciascuno, l'ambulatorio funzionerà anche con medici collocati da un'agenzia di lavoro interinale. Tutte operazioni che erano state annunciate dal presidente della Regione Schifani, nell'ottica di riaprire un reparto che, al di là della apprezzabile ricercatezza lessicale del dottore Tulumello su quella che ha definito "attività centralizzata", era stato chiuso.
Dottore Tulumello che, alla luce delle ultime novità, ufficialmente è primario sia di Sciacca che di Agrigento ma, a quanto pare di capire, le sue prestazioni privilegeranno i pazienti del "San Giovanni di Dio". Riorganizzazione di un reparto strategico come quello dell'Ortopedia resa necessaria dalle improvvise dimissioni in massa di numerosi medici che hanno lasciato il servizio sanitario pubblico per approdare nella sanità privata (anche se è privata fino ad un certo punto, visto che riceve anche soldi pubblici). E a proposito di soldi pubblici, l'approdo di questi ortopedici tra corsie e sale operatorie di Sciacca costerà all'Asp, per ciascun medico, tra gli 80 e i 180 euro lordi l'ora.
Intanto torna alto l'allarme dell'Oncologia. Dove l'unico medico in servizio, il dottore Domenico Santangelo, non può nemmeno permettersi di ammalarsi o di avere semplicemente bisogno di un giorno di libertà. Quando succede il reparto va in tilt, e i medici che vengono dirottati con apposite disposizioni di servizio da Agrigento si trovano di fronte a storie cliniche che non conoscono e che, naturalmente, devono acquisire attraverso le singole cartelle. Conseguenza: c'è chi rinuncia alla propria seduta di chemioterapia o ad altre prestazioni come, per esempio, un semplice prelievo. Al nostro Telegiornale la testimonianza della signora Francesca Cannella, malata oncologica.