Antonino Certa. Che, dunque, si accinge a dimettersi dalla carica di consigliere comunale, così come ha previsto il metodo di lavoro che si è dato il Partito Democratico (per la verità anche Mizzica) già durante la campagna elettorale. Il posto di Certa in Sala Falcone-Borsellino verrà preso dal primo dei non eletti della lista Dem Giuseppe La Bella. È probabile che, in vista della seduta consiliare di giovedì sera 30 novembre, il presidente del consiglio comunale Ignazio Messina possa diramare un ordine del giorno suppletivo che comprenda l'avvicendamento tra Certa e La Bella con, di conseguenza, il giuramento e l'inizio dell'attività per il nuovo consigliere comunale.
Le prossime ore saranno decisive per l'attribuzione al nuovo assessore delle deleghe. Certa prende il posto di Gianluca Fisco, ma non dovrebbe ricevere tutte le deleghe che erano di competenza dell'ex vicesindaco. Già nelle settimane scorse Fabio Termine aveva annunciato che la questione deleghe a Certa si risolverà all'interno di una redistribuzione tra gli assessori in carica. Si sa da tempo per certo che quella di vicesindaco andrà a Valeria Gulotta. Proprio alcune deleghe di Gulotta potrebbero essere destinate ad Antonino Certa, a partire da quella alla Polizia municipale. Termine avrebbe previsto comunque ulteriori spostamenti di attribuzioni agli assessori. Il tutto dovrebbe completarsi nelle prossime 48 ore.
La questione della composizione della giunta non si è ancora conclusa. Non è un mistero la vicenda di un possibile approdo nella squadra assessoriale di altri soggetti, a partire da Fabio Leonte, della Lista Ferdinandea. Un approdo che si allontana, malgrado Fabio Termine in persona ci tenesse particolarmente, posto che Leonte (come d'altronde lo stesso Giuseppe Ambrogio) non ha alcuna intenzione di dimettersi da consigliere comunale. La questione politica naturalmente va ricondotta all'atteso pronunciamento da parte del Cga sul ricorso elettorale contro il risultato del primo turno presentato da Ignazio Messina. È dall'11 ottobre scorso, dunque da un mese e mezzo, che si attende ancora la decisione da parte del massimo organismo di giustizia amministrativa, che dovrà decidere se confermare la sentenza del TAR ovvero se disporre la verifica su altre sezioni che in primo grado erano state escluse. Una vicenda, questa dell'attesa della sentenza del Cga, che appare piuttosto paradigmatica di cosa significhino, oggi in Italia, i tempi della giustizia.