Dopo i veleni del precedente consiglio di amministrazione, gli scontri sempre attuali con la Consulta degli utenti e le recentissime minacce di sciopero dei lavoratori per il mancato adeguamento dei contratti di lavoro e per la carente sicurezza, ecco che spunta improvvisamente anche un principio di conflitto tra l'attuale consiglio di amministrazione e la direzione generale della società consortile.
Aica, insomma, cerca di non farsi mancare nulla, come se non bastassero le innumerevoli criticità che il gestore affronta dal luglio del 2021, quando in un clima di entusiasmo la società pubblica voluta da tutti per migliorare il servizio e arrivare all'agognata riduzione delle tariffe, mosse i primi passi. Quel momento di gioia sfumò in breve tempo e oggi appare molto lontano. Sono stati i lavoratori, in occasione dell'assemblea di alcuni giorni fa, a diffondere una disposizione di servizio del direttore generale Enrico Guarneri diretta proprio a loro, con cui si impone il divieto di partecipare a riunioni indette dai componenti del consiglio di amministrazione, sia formali che informali, senza una sua esplicita autorizzazione. “Il personale tutto – si legge nella disposizione di Guarneri – deve interagire solo ed esclusivamente con il sottoscritto”. Tutti i lavoratori (compresi dirigenti settore tecnico e area clienti) non possono dunque partecipare ad incontri indetti dal cda. “In mancanza di ciò – scrive ancora Guarneri – verranno adottati i provvedimenti disciplinari previsti nel contratto nazionale di lavoro”. I primi a stupirsi sono stati proprio i lavoratori. Hanno consegnato la nota ai loro rappresentanti sindacali e intravisto nella comunicazione del direttore generale un evidente contrasto con il cda. Situazione che necessita anche di un intervento dei sindaci dei Comuni soci. Fiduciosi fino a pochi mesi fa, anche gli amministratori comunali appaiono meno sereni quando si parla del futuro del servizio idrico pubblico. Cosa porta Guarneri ad assumere un atteggiamento così rigido ? Cosa c'è sullo sfondo di una reazione di questo tipo ? E che refluenze può avere questo passaggio nell'attività societaria ?
Il presidente del consiglio di amministrazione, Settimio Cantone, ci dice solo che affronterà la questione la prossima settimana. Preferisce non rilasciare dichiarazioni, ma conferma che la disposizione di Guarneri lo ha stupito non poco, pur sottolineando che nell'interesse di tutti si deve arrivare al più presto ad un chiarimento. Da nostre fonti apprendiamo che il cda ha comunque già risposto, invitando il direttore a ritirare la disposizione.
Pare che a dare il via a tutto ciò sia stata una nota con la quale il consiglio di amministrazione avrebbe sollecitato il direttore generale ad affrettare le procedure per il trasferimento di Aica nella nuova sede. Ad oggi la società paga infatti due canoni di locazione, uno nell'attuale sede e uno nella nuova. Ma potrebbero anche esserci altre motivazioni, magari altri precedenti conflitti che adesso impongono di rispolverare lo statuto della società per valutare con attenzione funzioni e competenze dei due organi societari. A noi, da utenti e cronisti, è chiara una cosa: il rapporto di fiducia reciproca tra i due organi, indispensabile per una gestione ottimale della società, appare incrinato. E questo fa vacillare ancora di più la credibilità dell'azienda pubblica di fronte agli utenti, già indebolita dalla critica situazione finanziaria. Per evitare il fallimento la società consortile non può permettersi ulteriori conflitti.