La questione delle assunzioni, tornata alla ribalta nelle scorse ore, è sempre stata intrisa di sospetti in ordine alle presunte segnalazioni politiche nei confronti del gestore, il cui ruolo, nell'esercizio delle funzioni di società d'ambito, ha generato in questi anni un ampio dibattito, anche rispetto alla stessa qualità del servizio erogato. Come sostenere che è inimmaginabile che la politica faccia le pulci e pretenda un servizio migliore da un ente al quale raccomanda le persone da far lavorare. Questa, in buona sostanza, la questione tra le questioni, sulla quale la magistratura avrà il compito piuttosto difficile di dimostrare se e in che misura sussistano elementi eventualmente penalmente rilevanti. Vicenda che fece dire al magistrato Fonzo in commissione parlamentare che l'ente gestore era un autentico assumificio. A carico di Girgenti Acque al momento c'è anche un'altra indagine, quella che concerne il funzionamento di diversi depuratori della provincia. A Sciacca la procura della Repubblica ha recentemente ipotizzato il reato di truffa aggravata rispetto al fatto che sarebbero stati calcolati, nella bollettazione, costi di depurazione anche ai residenti di quelle zone (tipo Ferraro) non collegate con l'impianto. Ma l'inchiesta più corposa, prima di quella venuta fuori nelle ultime ore, è quella denominata Duty Free, che ha riguardato l'indagine per corruzione e abuso d'ufficio su un presunto giro di tangenti all'Agenzia delle Entrate, che secondo l'accusa sarebbero state versate in cambio di favori e annullamenti di sanzioni tributarie. Indagine per la quale Campione finì per un periodo anche agli arresti domiciliari. Inchiesta che, però, ha visto uscire Campione indenne, essendo stato assolto nei mesi scorsi dal giudice monocratico del Tribunale di Agrigento perché il fatto non sussiste. Scenario, quest'ultimo, simile a quello delle scorse ore. I vertici di Girgenti Acque dal canto loro si sono sempre difesi, contestando l'identità di “usurpatori” che qualcuno ha tentanto di affibbiargli, ricordando a più riprese di avere partecipato ad un bando e di averlo vinto, sulla base di normative specifiche che hanno stabilito la gestione integrata delle acque attraverso società d'ambito. Normative specifiche che sono quelle che hanno vanificato l'esito del referendum per l'acqua pubblica. E questo anche se i comuni che in provincia di Agrigento hanno ceduto gli impianti sono stati 27 su 43, questione che rappresenta una sorta di “peccato originale” rispetto al dibattito che ne è seguito. Negli ultimi mesi Girgenti Acque sul territorio di Sciacca è finita sotto accusa per le questioni inerenti i disservizi idrici. Francesca Valenti sta cercando di ottenere la risoluzione del contratto. Ne verrà fuori un'altra battaglia a colpi di carte bollate. Ma da undici anni a questa parte, cioè da quando ha preso in mano la gestione delle risorse idriche, Girgenti acque continua ad essere il tema più dibattuto sul territorio della provincia di Agrigento.