prova in questo modo a sopire le polemiche sorte relativamente alla questione del dimensionamento scolastico. Una deroga per provare a tamponare la situazione e dare il tempo alle Regioni e ai territori di adeguarsi alla nuova normativa nazionale. La scadenza, per le Regioni, per approvare i nuovi piani di dimensionamento passa dal 30 dicembre 2023 al 5 gennaio 2024. Inoltre, per un solo anno, ossia per l'anno scolastico 2024-2025, le Regioni potranno avvalersi di un piano temporaneo di dimensionamento all'insegna della flessibilità.
Sarà possibile, insomma, per il momento, incrementare il numero delle autonomie scolastiche prima di adeguarsi al nuovo decreto legge che disciplina la materia. Il meccanismo di flessibilità potrà essere utilizzato anche dalle Regioni che hanno già deliberato il dimensionamento.
La Sicilia è tra quelle Regioni che si appresta a decidere. L'eventuale incremento temporaneo delle autonomie per il prossimo anno scolastico dovrà essere riassorbito nel corso delle due annualità successive. Insomma si tratta soltanto di una deroga temporanea, che rinvia soltanto il problema palesato da enti, dirigenti scolastici, studenti e territori. Non è tutto. Il Ministero ha previsto che i dirigenti scolastici titolari di più sedi potranno essere supportati da Vicari, soggetti che potranno gestire le sedi oggetto di dimensionamento.
La Legge di Bilancio 2023 del governo Meloni porterà alla chiusura, soltanto in Sicilia, di circa un centinaio di scuole. Per avere o mantenere l'autonomia scolastica, infatti, servirà una soglia minima di 900 studenti. Ad essere colpite maggiormente saranno le aree interne che già soffrono per spopolamento ed emigrazione. Nel versante occidentale della provincia di Agrigento, ad esempio, si rischia, insomma, di avere un unico istituto autonomo che abbraccerà mezza provincia con evidenti ricadute occupazionali. Ad attendere le decisioni ufficiali della Regione ci sono anche Sciacca, in particolar modo il Primo Circolo Didattico “Giovanni XXIII”, e l'area sicana Quisquina Platani Magazzolo, che rischia di perdere entrambi gli istituti comprensivi e che spera di salvarne almeno uno.
Sul piede di guerra i sindacati che stigmatizzano i tagli e che parlano di scelte scellerate che vanno contro l'occuazione e i territori periferici.