del decreto dell’assessora Elena Pagana e dell’emendamento alla finanziaria che differisce fino al 2025 la scadenza delle concessioni balneari nell’isola. Lo chiediamo, dichiara il presidente dell’associazione ambientalista Tommaso Castronovo, dopo i puntuali rilevi di incostituzionalità del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le sollecitazioni al governo nazionale e al parlamento a rivedere la norma che prevede la proroga delle concessioni balneari, in palese violazione delle norme europee e della giurisprudenza richiamata dal presidente della Repubblica.
Oltre il 60% delle spiagge sabbiose, sottolinea Legambiente, è attualmente occupato da stabilimenti balneari, la maggior parte dei quali gestisce per l'intero anno l'uso dei tratti di spiaggia concessa, privandoli così della libera fruizione pubblica. Stabilimenti balneari che dovrebbero essere concepiti come strutture a servizio della fruizione del mare – prosegue il responsabile di Legambiente Sicilia - ma che per la maggior parte sono dei veri e propri locali di ristorazione e discoteche. L’associazione ambientalista contesta la proroga delle concessioni effettuata violando le direttive europee e le sentenze della Corte costituzionale sulla concorrenza e trasparenza ed in assenza dei piani di utilizzo del demanio marittimo.
Il provvedimento è arrivato un giorno prima della scadenza ufficiale delle concessioni balneari, ossia il 31 dicembre scorso
La Regione Sicilia ha deciso di estendere la validità delle concessioni balneari al 31 dicembre 2024. La misura, approvata dall’assessorato al territorio e all’ambiente come emendamento alla legge finanziaria regionale, applica la possibilità prevista dalla legge del 2022 che ha fissato il termine dei titoli al 31 dicembre 2023 ma ha concesso la possibilità di un anno di deroga in più alle amministrazioni locali al fine di avere il tempo necessario per disciplinare le evidenze pubbliche.
La vicenda tiene banco a livello nazionale considerato che la proroga delle concessioni balneari, assieme a quella per gli ambulanti, è stata prevista nel ddl concorrenza del governo Meloni, con il presidente Mattarella che ha espresso perplessità di ordine costituzionale.