sul via imminente a sondaggi geologici finalizzati alla captazione dal sottosuolo di nuove risorse idriche sul territorio di Sciacca, continua ad essere la situazione finanziaria di Aica, reduce da due bilanci d'esercizio con una perdita complessiva di oltre 4 milioni di euro, a preoccupare i sindaci. La commissione Bilancio del consiglio comunale di Sciacca, presieduta da Filippo Bellanca, ieri ha chiesto chiarimenti. "Ma la situazione è in miglioramento, quest'anno potremmo anche raggiungere il pareggio di bilancio", dice Alfonso Provvidenza, presidente dell'assemblea dei sindaci che sovrintende all'azione di Aica.
Rimane da risolvere la questione dei comuni inadempienti, vicenda che in una delle ultime sedute consiliari ha visto Fabio Termine criticare apertamente i suoi colleghi sindaci, dicendo testualmente: "c'è qualcuno che pensa di essere furbo, mentre chi fa il suo dovere viene considerato uno stupido". Allo scopo di sostenere l'avviamento dell'azienda consortile, nel 2021 la Regione Siciliana stanziò un prestito-ponte di 10 milioni di euro che i comuni, ciascuno per la propria parte, avrebbero dovuto girare all'azienda. Non tutti gli enti però lo hanno ancora fatto. E, all'interno della società, si è creato uno scontro. I comuni più importanti che, secondo lo stesso presidente Provvidenza, con il loro atteggiamento mettono in difficoltà il funzionamento di Aica, sono quelli di Licata e di Palma di Montechiaro. Il primo non ha ancora versato la quota di propria competenza di capitale sociale, mentre Palma di Montechiaro non ha nemmeno consegnato le proprie reti idriche ad Aica. Nel corso di una riunione con i sindaci, l'assessore regionale all'Energia Roberto Di Mauro ha invitato chi non lo ha ancora fatto a mettersi in regola, facendo notare che le conseguenze di questi inadempimenti sono a carico dei cittadini. Provvidenza rinnova il suo appello ai sindaci interessati.
Ieri nel corso del vertice al comune il direttore del settore Finanze e tributi Filippo Carlino ha fatto notare che gli inadempimenti dei comuni soci di Aica non riguardano solo una scelta politica, ma rilevano anche dal punto di vista della responsabilità degli stessi dirigenti. Perché se, per fare un esempio, una fattura non viene pagata, in assenza di specifica contestazione oltre agli interessi scatta il possibile danno erariale, e probabilmente sarebbe meglio che l'Ati informasse di questo stato di cose la Corte dei conti. A proposito di bollette: il comune di Sciacca ha ricevuto una fattura di circa 250 mila euro, sia per consumi degli edifici comunali sia, soprattutto, per l'utlizzo dell'acqua erogata dai cinque bocchettoni situati alla Sitas. Solo per uno di questi bocchettoni la responsabilità è del comune (si tratta dell'acqua per autobotti dei vigili del fuoco, del corpo forestale, della polizia penitenziaria e così via), mentre gli altri quattro sono quelli da cui prelevano acqua le società private fornitrici attraverso autobotti. Il comune si rivarrà su di loro per la quota parte delle somme dovute ad Aica.
Tornando all'annuncio delle prospezioni nel sottosuolo di Sciacca, si conferma come questo territorio sia stato baciato dalla fortuna in termini di disponibilità idrica. Una fortuna che, per estensione, bacia anche il resto della provincia di Agrigento, dove l'acqua di Sciacca viene trasferita in ragione di un principio solidaristico contenuto nella norma. Principio solidaristico che, talvolta, si ritorce contro il territorio saccense, che spesso si ritrova con i rubinetti e le cisterne all'asciutto.