ma le cose stanno diversamente da come vengono raccontate". Parla così al nostro Telegiornale Stefano Castellino, primo cittadino di Palma di Montechiaro, uno di quei comuni (insieme ad altri, come Licata e Camastra) che non hanno aderito al prestito-ponte della Regione e non hanno nemmeno versato la quota parte di capitale sociale. Oggi Palma di Montechiaro gestisce direttamente il servizio idrico, e d'altra parte i propri impianti idrici non erano mai stati ceduti nemmeno a Girgenti acque. Eppure il comune del Gattopardo è a tutti gli effetti socio di Aica. "A non funzionare sono le tariffe, sono uguali a quelle emesse da Girgenti acque, secondo me le famiglie pagano troppo, mi sto battendo contro questo sistema", dice Stefano Castellino.
Sindaco il quale evidenzia poi che la quota parte che Palma di Montechiaro dovrebbe versare del prestito-ponte ad Aica è di 500 mila euro. "Ma noi ci siamo fatti carico dei 900 mila euro di compartecipazione che spetterebbero ad Aica sui 9 milioni di investimento per l'ammodernamento della nostra rete idrica. Quindi siamo in credito". Castellino contesta l'idea che i comuni spendano soldi per il funzionamento di un servizio idrico che dovrebbe essere ricoperto completamente dalle bollette, come dice la legge.
"Mi hanno fatto diventare il parafulmine dei problemi, ma non mi sento accerchiato", dice Castellino. Il quale ricorda che ci sono ancora comuni che non hanno nemmeno i contatori idrici. "Mi sono battuto contro Girgenti acque". E a Fabio Termine, che polemizzando ha detto "ci sono sindaci furbi che credono che chi fa il suo dovere sia uno stupido" Castellino risponde: "Non mi sento 'furbo', e non credo che il sindaco di Sciacca si rivolgesse a me".