responsabile del reparto di Oncologia del "Giovanni Paolo II", è il primo della graduatoria di un avviso pubblico per incarichi a tempo determinato bandito dall'Asp di Trapani. Il professionista, dunque, sarebbe pronto a lasciare l'ospedale di Sciacca, pure in regime di aspettativa con l'Asp di Agrigento. Uno scenario che non può non indurre a forti preoccupazioni, in un reparto salvavita che, come è noto, soprattutto negli ultimi tempi ha operato tra mille traversie e problemi vari proprio per la mancanza di medici. Questione alla quale, dopo che i pazienti in sala d'attesa sono stati invitati ad andare via, l'Asp di Agrigento ha provato a rimediare disponendo la mobilità di oncologi dal "San Giovanni di Dio" al "Giovanni Paolo II" per tre volTe alla settimana.
È ipotizzabile, conoscendo i recenti scenari dell'oncologia, che il dottore Santangelo scelga di lasciare le corsie dell'ospedale di Sciacca perché ormai sottoposto ad uno stress particolarmente intenso. Eppure sono oltre 350 le cartelle cliniche tuttora aperte, con un solo medico che ha gestito 15 visite ambulatoriali al giorno e tra 15 e 18 somministrazioni di chemioterapie. In tutto questo il medico, pur esercitando mansioni superiori, non ha mai ricevuto un incarico dirigenziale formale. Ci sarebbero rapporti tesi, inoltre, tra gli stessi professionisti dei diversi ospedali. Lasciando Santangelo, l'Oncologia di Sciacca sostanzialmente rimarrà senza medico di riferimento. La storia è importante perché ci permette di ricordare che in passato anche lo stimato dottor Franco Verderame lasciò Sciacca, assumendo un ruolo per lui sicuramente più gratificante al Villa Sofia di Palermo. Questi movimenti sono inequivocabilmente indicativi di come tra gli stessi operatori sanitari si fatichi ormai oltremisura ad accettare condizioni di lavoro evidentemente complesse.
Quello dell'Oncologia è solo uno dei vari problemi in cui versa l'ospedale di Sciacca e che è stato tra i temi al centro della protesta dello scorso mese di novembre. Inutile ripercorrere tutte le rivendicazioni, note all'intera collettività oltre che, soprattutto, ai centri decisionali. È possibile ricondurre tutta la questione alla mancata attuazione, ad oggi, del Dea di primo livello. E sul futuro dell'oncologia torna a fare sentire la sua voce l'ex sindaca Francesca Valenti, che su Facebook ha scritto: "Ci stanno togliendo la sanità pubblica. Ci stanno togliendo il diritto alla salute. Che facciamo?Cosa aspettiamo? Dobbiamo scoperchiare il vaso di Pandora di questa malasanità.Se necessario, dobbiamo alzare le barricate".