in particolare a S.Biagio Platani con l'arresto del sindaco, dimostra ancora una volta, come già denunciato dalla DIA nei suoi rapporti annuali, che nella provincia di Agrigento c’è una mafia forte e vitale in grado di permeare le Istituzioni, di condizionare l’attività amministrativa e di soffocare l’economia legale. E' la Cgil di Agrigento, con il segretario Massimo Raso a commentare gli arresti di ieri e manifestare pieno appoggio e sostegno all’opera di magistratura e forze dell’ordine .
Operazione quella che ha sgominato le famiglie mafiose del territorio cheche segue di pochi giorni un’altra importante inchiesta che riguarda “Girgenti Acque” e che ha portato anche alla sostituzione del prefetto. Quella che viene fuori, evidenzia il sindacato, è una condizione assai inquietante: una provincia povera ma assaltata da mafia e malaffare.
Il timore che la Cgil oggi esprime è che pure questi importanti risultati e strumenti per contrastare la criminalità organizzata e malaffare, rischiano di risultare insufficienti se non accompagnati da un atteggiamento operativo e coerente di tutti i soggetti coinvolti: istituzioni, parti sociali, società civile.
In queste ore , denuncia Massimo Raso, appare assordante il silenzio di forze politiche, associazioni professionali e istituzioni, quando invece la è fondamentale che la parte migliore della società agrigentina faccia sentire la propria voce e la propria vicinanza alle forze che sono impegnate attivamente nell’opera di contrasto alla criminalità.
C'è bisogno di mettere in campo un vasto movimento che vada oltre l'antimafia di facciata e parli di lavoro , assicurando risposte concrete,
a cominciare, sostiene il sindacato, dai beni confiscati e sequestrati ai mafiosi. Un ruolo importante , in tale direzione, viene sollecitato al nuovo prefetto di Agrigento.
Cgil che, infine, alla luce delle intercettazioni telefoniche emerse nell'ambito dell'inchiesta antimafia “Montagna” torna anche sulla vicenda di Ignazio Cutrò. Avevamo posto, sempre in solitudine, il problema della sua protezione, scrive Massimo Raso, oggi rappresentiamo l'urgenza di ripristinare le condizioni di sicurezza per l'imprenditore di Bivona che con coraggio ha denunciato i suoi estorsori. Richiesta che la Cgil ha posto con forza al nuovo prefetto e al Ministro degli Interni.
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